martedì 15 maggio 2018
Ne sono convinti gli esperti che per due anni hanno guidato le ricerche dell'aereo scomparso sull'Oceano Indiano l'8 marzo 2014 con 239 persone a bordo
Un manifesto ricorda le 239 vittime del disastro dell'aereo malese scomparso sull'Oceano Indiano nel marzo 2014 (Ansa)

Un manifesto ricorda le 239 vittime del disastro dell'aereo malese scomparso sull'Oceano Indiano nel marzo 2014 (Ansa)

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Il pilota del volo MH370 scomparso sull'Oceano Indiano l'8 marzo 2014 con 239 persone a bordo «ha deliberatamente eluso i radar» e ha fatto precipitare l'aereo in una missione suicida pianificata a lungo: ne è convinto il team di inquirenti che ha cercato di risolvere il mistero del Boeing 777 della Malaysia Airlines, incluso Martin Dolan, l'uomo che ha guidato le ricerche sottomarine dell'aereo. Dolan, riporta Newsweek, ha parlato al programma australiano 60 Minutes. È stata un'azione «fatta deliberatamente ed è stata pianificata nel corso di un periodo di tempo prolungato», ha detto Dolan, che per due anni ha guidato le ricerche sottomarine.

Come è noto, i dati satellitari indicano che l'aereo, partito da Kuala Lumpur, finì il carburante e precipitò nell'Oceano Indiano, a ovest dell'Australia, a migliaia di chilometri da Pechino, la sua prevista destinazione. Alcuni oggetti e parti dell'aereo sono stati trovati sulle spiagge che si affacciano sull'Oceano Indiano, ma la più imponente ricerca sottomarina della storia - coordinata dall'Ufficio per la sicurezza dei trasporti australiano (Atsb) - è stata interrotta dopo due anni, nel gennaio 2017.

Sei giorni dopo la scomparsa dell'aereo le abitazioni del comandante e del copilota - il 53enne Zaharie Amad Shah e il giovane Fariq Abdul Hamid - furono perquisite e alcuni computer sequestrati. Incluso uno con un software di simulazione di volo che sarebbe stato usato dal pilota per studiare il cambio di rotta dell'aereo.

La missione è «stata pianificata meticolosamente per far sparire il velivolo, incluso il volo lungo il confine tra la Thailandia e la Malaysia per evitare che nessuna delle due parti intervenisse», ha detto Simon Harvey, un pilota britannico con molte ore di volo alle spalle davanti ai comandi di Boeing 777 in Asia: «Se qualcuno mi desse il compito di far sparire un 777, farei esattamente la stessa cosa», ha aggiunto il comandante a 60 Minutes. Secondo l'inquirente Larry Vance specializzato in incidenti aerei, Zaharie Amad Shah indossò una maschera dell'ossigeno prima di depressurizzare l'aereo per rendere i passeggeri e l'equipaggio privi di conoscenza. «Si stava suicidando e sfortunatamente stava uccidendo tutti gli altri a bordo e lo ha fatto deliberatamente», ha aggiunto. Dolan non pensa che si sia trattato di un atto terroristico: «Se fosse stato un evento terroristico - ha detto -, quasi inevitabilmente un'organizzazione terroristica lo avrebbe rivendicato. Nessuno lo ha fatto».

Si tratterebbe quindi di un episodio molto simile a quello del volo Germanwings 9525 in servizio tra Barcellona e Duesseldorf, fatto precipitare sulle Alpi di Provenza francesi dal copilota, il tedesco 27enne Andreas Lubitz, nel marzo 2015.

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