martedì 11 febbraio 2020
Alcuni esperti cinesi hanno rinunciato a partecipare alla Conferenza sulla Sicurezza, in programma da venerdì a Monaco di Baviera
Lo tsunami della paura sullo sport: i Giochi di Tokyo sorvegliati speciali

Ansa

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Si allarga il contagio e crescono le conseguenze per una minaccia percepita ormai come difficilmente definibile. Su turismo, commerci, trasporti, sull’economia in generale, le ricadute sono già concrete e pesanti e i limiti crescenti allo spostamento delle persone creano forti resistenze nei rapporti internazionali.

Alcuni esperti cinesi hanno rinunciato a partecipare alla Conferenza sulla Sicurezza, evento annuale in programma da venerdì a Monaco di Baviera, che dovrebbe vedere la presenza del ministro degli Esteri di Pechino. Ad annunciarlo è stato Wolfgang Ischinger, diplomatico tedesco presidente della Conferenza, che ha confermato come nell’organizzazione siano stati coinvolti quest’anno enti specializzati per rendere possibile l’evento «nelle migliori condizioni di sicurezza possibili». Tra le pieghe della chiusura progressiva dei rapporti internazionali, si fa sempre più “caldo” il dossier sport, con i Giochi olimpici di Tokyo 2020 che si avvicinano. Diversi eventi sono stati rinviati, tra questi gare di qualificazione ai Campionati mondiali di atletica indoor che, previsti nella città cinese di Nanjing a marzo sono stati spostati al 2021.

Cancellate anche le gare di Discesa e Super G della coppa del mondo di Sci previste a Yangching, in Cina, il 15 e 16 febbraio forte attenzione resta sulle successive in calendario in Giappone e Corea del Sud. Particolarmente alta l’attenzione proprio nel Paese del Sol Levante, dove gli eventi olimpici non soltanto hanno trainato un’imponente crescita del turismo negli ultimi anni, ma anche aperto quella che il governo vorrebbe fosse una «nuova era», libera dalla memoria dell’avaria dei reattori nucleari di Fukushima nel marzo 2011 e senza timori sulla radioattività diffusa allora e sui rischi ancora presenti nella centrale.

Si calcolano da 36 a 40 milioni di visitatori per il 2020 e, con qualche difficoltà, le strutture di ospitalità, ristoro e trasporti si stanno preparando ad accogliere una massiccia partecipazione di pubblico e atleti (oltre 11mila per le Olimpiadi e 4.000 per le Parolimpiadi) nei mesi di luglio e di agosto. Il virus ha però allungato la sua ombra anche sull’arcipelago, anche se si è ben lontani dall’emergenza e le prossime settimane saranno cruciali per chiarire se le previsioni e le prenotazioni saranno confermate. Il governo ha intanto confermato per voce del primo ministro Shinzo Abe in una comunicazione al Parlamento che «il Comitato organizzatore e il Comitato olimpico internazionale non hanno avviato alcun dialogo sull’attuazione dei Giochi di Tokyo».

L’Agenzia nazionale per lo Sport ha però segnalato di avere avviato un’indagine sull’impatto che l’epidemia potrebbe avere sull’evento che vedrà il meglio dello sport mondiali confrontarsi in 339 eventi di 50 discipline. Interlocutori sono le associazioni sportive, le strutture in cui gli atleti stanno preparandosi e le competizioni in corso sia fuori che dentro il Giappone. Un rapporto è previsto entro qualche giorno, ma per ora l’Agenzia ha chiesto agli atleti cautela a proposito della partecipazione a eventi all’estero e di valutare la situazione caso per caso. Una situazione che già ora sta influenzando le prove di qualificazione per le Olimpiadi che si sarebbero dovute tenere in Cina e sono state riprogrammate altrove.

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