sabato 11 giugno 2022
La Commissione d'indagine: l'attacco al Campidoglio del 6 gennaio 2021 non è stato un moto spontaneo ma il risultato diretto dello sforzo di Donald Trump di ribaltare la sua sconfitta alle urne
Il video con Donald Trump mostrato alla Camera

Il video con Donald Trump mostrato alla Camera - Ansa

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L’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021 non è stato un moto spontaneo ma un «tentativo di colpo di Stato» e il risultato diretto dello sforzo di Donald Trump di ribaltare la sua sconfitta alle urne.

Con un video inedito sulla violenza di quella giornata e con sorprendenti testimonianze di consiglieri e familiari di Trump, la commissione d’indagine della Camera statunitense ha fornito i risultati di un anno di lavori. Il suo intento era di dimostrare che le ripetute menzogne del presidente uscente sulla presunta “frode elettorale” e il suo sforzo per impedire l’insediamento di Joe Biden alla Casa Bianca portò all’insurrezione, a sette decessi e a una minaccia per la democrazia americana.

«La democrazia rimane in pericolo – ha detto Bennie Thompson, presidente della commissione –. Il 6 gennaio è stato il culmine di un tentativo di golpe, un tentativo sfacciato di rovesciare il governo. La violenza non è stata casuale».

Il tutto è stato trasmesso dal Congresso in diretta in prima serata, a cinque mesi dal voto politico di midterm nel quale i democratici si giocano la maggioranza alla Camera e al Senato. Alcuni elementi della presentazione sono stati drammatici. In una deposizione mai vista prima, l’ex ministro alla Giustizia Bill Barr ha sostenuto di aver detto a Trump che le sue affermazioni di un’elezione truccata erano «assurdità» (ha usato un termine più forte e volgare).

In un’altra, la figlia dell’ex presidente, Ivanka Trump, ha testimoniato di rispettare il punto di vista di Barr: «Ho subito accettato quello che ha detto». Altri hanno mostrato i leader dei gruppi estremisti “Oath Keepers” e “Proud Boys” che si preparavano a prendere d’assalto il Campidoglio per difendere Trump e che attribuivano le loro azioni alle sollecitazioni dell’ex capo della Casa Bianca: «Siamo stati invitati ad attaccare dal presidente degli Stati Uniti», ha detto uno di loro.

Una delle poche testimonianze di persona della serata è stata quella di Caroline Edwards, un’agente di polizia che ha subito gravi ferite mentre tentava di fermare gli insorti che si spingevano in Campidoglio. «Trump ha convocato una folla violenta – ha concluso Liz Cheney, una dei due repubblicani in commissione –. Quando un presidente provoca una crisi costituzionale siamo in un momento di massimo pericolo per la nostra repubblica». C’è stato un sussulto udibile nella sala quando Cheney ha letto la deposizione di un membro dello staff di Trump che diceva che quando l’allora presidente è stato informato che la folla stava cercando il vicepresidente Mike Pence per impiccarlo, Trump ha risposto che forse avevano ragione, e che «se lo merita». Pence aveva rifiutato l’ordine del suo capo di impedire la certificazione della vittoria di Biden. Questi ieri ha commentato che molti americani «vedranno per la prima volta quello che è veramente successo».

Trump ha respinto di nuovo l’indagine e dichiarato che il 6 gennaio «ha rappresentato il più grande movimento nella storia del nostro Paese».

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