mercoledì 6 aprile 2022
Papa Francesco: il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie, strumento di pacificazione. Don Ciotti: “bonificare” il terreno sociale perché non diventi campo di proliferazione per le mafie
A destra Don Luigi Ciotti, presidente di Libera, in questi giorni a Buenos Aires per l’avvio del progetto

A destra Don Luigi Ciotti, presidente di Libera, in questi giorni a Buenos Aires per l’avvio del progetto - Libera

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“Reparación”. Questa parola spagnola ha un significato più ampio della semplice “riparazione”. In senso giudiziario, indica una riparazione integrale e non solo un risarcimento economico. Per questo, papa Francesco sceglie di utilizzare proprio “reparación” per riferirsi a “

Bene restituito – Bien restituido”, il progetto appena lanciato da Libera a Buenos Aires, in un evento organizzato alla storica Facoltà di diritto dell’ateneo porteño. Anzi, il Pontefice amplia ulteriormente il termine castigliano, parlando di una riparazione che includa le cause. “Il crimine organizzato produce un danno sociale su ampia scala: genera vittime visibili ed invisibili, portatrici di una sofferenza che deve essere ascoltata e risarcita – afferma Francesco nella lettera inviata all’associazione in occasione dell’evento -, inoltre implica, per la società nel suo insieme, assumere e invertire i meccanismi – tante volte radicati nell’inconscio collettivo – che producono la sua proliferazione”.

Don Luigi Ciotti in Argentina

Don Luigi Ciotti in Argentina - Libera

Come globale è il danno causato dalle organizzazioni delinquenziali, vere e proprie multinazionali del crimine che strangolano istituzioni e società, il contrasto a queste ultime ha necessità di uno sguardo ampio. E di collaborazioni internazionali. In questo senso, l’Italia ha molto da offrire “a partire dalla sua esperienza, un’esperienza di dolore, ma anche di resistenza e di rinascimento”, ha aggiunto il Papa. Esempio emblematico e virtuoso è il riutilizzo sociale dei beni confiscati alle mafie, strumento “di risanamento e pacificazione attraverso l’azione collettiva”.

Per questo, Libera – portatrice di esperienze e conoscenze preziose si questi temi –, da oltre otto anni, collabora con l’America Latina attraverso la Rete Alas – America Latina alternativa social e cerca, da diverso tempo, di promuovere nel Continente buone pratiche dell’antimafia. Bene restituito-Bien restituido è uno snodo centrale in questa strategia e un laboratorio per il futuro. L’iniziativa – sostenuta dall’Unione Europea e dal ministero degli Affari esteri italiano (Maeci) attraverso l’Istituto italo-latinoamericano (Iila) e portata avanti con la collaborazione di Multipolar, Acij e il Circolo giuridico dell’Argentina – promuove l’approvazione di un nuovo quadro normativo che, oltre alla confisca dei beni delle mafie, preveda la restituzione di questi ultimi alla società nella forma di luoghi di aggregazione, di formazione, di creazione di lavoro degno, di difesa dei diritti umani e della dignità. Diventino cioè spazi di servizio per l’intera comunità, con una particolare attenzione alle comunità più fragili.

“Opporsi alle mafie non significa solo lottare contro la delinquenza. Vuol dire, innanzitutto, lavorare e impegnarsi per evitare la deriva che fa precipitare la società nel crimine”, spiega don Luigi Ciotti, presidente di Libera, in questi giorni a Buenos Aires per l’avvio del progetto. Quest’ultimo punta a costruire un confronto con le istituzioni pubbliche – settore giudiziario, Procure, Parlamento, governo – che devono attuare le riforme necessarie. Ma prevede anche campagne di sensibilizzazione e la costruzione di reti con la società civile. L’obiettivo è appunto quello di dare linfa vitale il terreno sociale perché non diventi campo fertile di proliferazione per le mafie. La giustizia – come si legge nella lettera del Papa – deve ampliarsi, mettere radici e occupare lo spazio che altrimenti sarebbe “occupato dall’ingiustizia”. Anche in questo caso, il termine spagnolo impiegato dal Pontefice è più forte di quello italiano: parla di “iniquitad”, un’ingiustizia strutturale frutto di diseguaglianze economiche, politiche, sociali, culturali e che ora la pandemia rischia di rendere ancora più acute.

Nel “risanamento” e nella trasformazione della società, la Chiesa può e deve avere un ruolo cruciale, come testimonia la rilevanza data al tema da Francesco, di cui il nuovo messaggio a Libera è ulteriore conferma. “L’intervento del Santo Padre, di cui gli siamo profondamente grati, è un formidabile impulso all’azione per le istituzioni ecclesiastiche, di tutti i livelli – sottolinea don Ciotti -. Un’azione concreta che scaturisce anche da un aggiornamento e una codificazione specifica della dottrina sulla questione”.


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