mercoledì 30 gennaio 2013
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​Egregio signor presidente Zardari, le scrive un uomo che ha letto le parole di Asia Bibi, dalla cella senza finestre, e che sa che le parole dello spirito volano, non conoscono mura capaci di imprigionarle. E infatti una gran quantità di voci risponde, tramite un giornale di un Paese lontano dal Pakistan, alle parole di Asia. Le parole dello spirito volano e sconvolgono il cuore di chi le sa ascoltare. Lei ha una grande occasione: i cristiani sono da tempo perseguitati nel mondo, spesso nel mondo islamico, e uomini di altre religioni conoscono la persecuzione. Follia umana, perseguitare un uomo per il suo credo, offendere Dio nel nome di Dio. Nel nome del suo Dio, Lei ha un’occasione: poiché il caso di Asia è sotto gli occhi di tutto il mondo, a Lei tocca un gesto di grandezza e magnanimità: non la grazia, ma la cancellazione dell’accusa. Con un gesto che al suo cuore parrà naturale, lei diventerà un simbolo, nel mondo islamico, in quello cristiano, in tutto il mondo di chi crede e chi non crede in Dio. Lei sarà il simbolo del capo di Stato giusto e buono che ama ogni uomo buono, e da ogni uomo buono vorrebbe essere amato. Si conceda questa umanissima debolezza: il desiderio di essere amato. Pensi al grande Harun-al-Rashid, sultano arabo venerato dai musulmani e celebrato dai cristiani. Ho scritto poesie su quel grande musulmano misericordioso. Perché dopo secoli dalla sua vita è ancora vivo nella nostra memoria. Cerchi l’amore, oggi, la memoria degli altri, domani. Sogni che il mondo si ricordi di Lei come un umile, ma forte discendente di Harun-al-Rashid. Segua lo spirito di Dio. Il suo, il mio: è lo stesso, la Misericordia è una.
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