mercoledì 23 gennaio 2013
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Caro direttore,si può essere puniti per avere professato la propria religione? In alcuni Paesi accade ancora. Come in Pakistan, dove Asia Bibi è l’ennesimo caso di una donna cristiana condannata a morte con l’accusa di blasfemia. La sua "colpa", se così può essere definita, è quella di aver difeso il suo credo. Eppure la sua fede è così grande che le ha fatto perdonare i suoi aguzzini. Asia è una donna tenace e crede tanto profondamente in Dio che non ha accettato di convertirsi all’islam in cambio di quella libertà che le permetterebbe di riabbracciare i suoi bambini. Il mondo non può e non deve ignorare il grido d’aiuto di quest’innocente. Credo che noi tutti abbiamo il dovere di unirci al coro di proteste che si leva da ogni parte e lottare affinché Asia possa al più presto far ritorno alla sua famiglia, come è giusto che sia. La nostra vita corre veloce fra mille impegni e spesso perdiamo di vista le cose veramente importanti, come la fede e l’amore per il prossimo. In una società dove tutto è apparenza, quasi ci si vergogna di mostrarsi umili, di fermarsi a pregare, di perdonare coloro che ci fanno del male. Asia no. Il suo coraggio e la sua forza siano un grande esempio per tutti noi.
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