lunedì 21 gennaio 2013
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Cara Asia,sono una mamma di quattro splendidi ragazzi. Ogni volta che li abbraccio, penso a tutte le volte che tu non hai potuto farlo con i tuoi figli. A quanto ti mancano. E a quanto loro possano soffrire della tua assenza. Il posto naturale per una madre è accanto ai suoi bambini. Invece, da oltre 1.300 giorni, sei ingiustamente rinchiusa in un carcere. Condannata solo perché fedele alle parole del Vangelo. La tua unica colpa è quella di credere in un Dio che è Amore, nel Dio che è Via, Verità e Vita. Io vivo in un Paese dove c’è libertà di culto. Mi reputo molto fortunata per questo. Perché, allora, mi sento quotidianamente circondata da cattolici tiepidi, distratti? Ecco, nell’attesa della tua liberazione, io voglio ringraziarti. Perché la tua testimonianza è potente. Sei la prova tangibile di che cosa significa "camminare" al fianco di Gesù. Tu non hai paura. Sei una Luce che scalda la notte. Chi ti ha messo in carcere pensava di toglierti la libertà. Ma si sbagliava: per il tuo cuore, quelle sbarre non esistono. Nessuno potrà mai impedirti di amare. E di credere. Per quanto possa contare, sei nelle mie preghiere. Ogni giorno.
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