mercoledì 16 gennaio 2013
COMMENTA E CONDIVIDI
Caro direttore,l’attenzione per il diffondersi dei massacri originati da fondamentalismi religiosi in Asia e in Africa sta finalmente  crescendo, ma l’opinione pubblica non è ancora sufficientemente mobilitata per suscitare una adeguata opera di dissuasione e di prevenzione da parte dei governi e delle istituzioni sovranazionali. Leviamo perciò la nostra voce accanto alle molte, allarmate, che finora si sono pronunciate a difesa della libertà religiosa, sorgente di ogni altra espressione e diritto di libertà, fondamento di qualunque forma di comunità e di società. In Pakistan Asia Bibi, la donna cristiana accusata di blasfemia per aver usato impropriamente il nome di Maometto, è stata condannata a morte e la sentenza può essere eseguita da un giorno all’altro. Ci associamo a quanti nel mondo chiedono al governo pachistano di aprire un percorso che porti alla revoca della condanna, fiduciosi che si tratti di un caso emblematico e la decisione da noi invocata potrebbe influenzare positivamente altri governi che praticano l’intolleranza religiosa o favoriscono persecuzioni e massacri perpetrati in nome della fede.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: