martedì 6 novembre 2018
Per cosa si vota? A che ora si sapranno i risultati? Cosa rischia Trump? Ecco una guida alle elezioni di metà mandato
Il voto a Omaha, Nebraska (Ansa)

Il voto a Omaha, Nebraska (Ansa)

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Le elezioni di midterm negli Stati Uniti si tengono a metà del mandato presidenziale (4 anni), e da ciò deriva la loro denominazione. Si tratta della più importante tornata elettorale dopo quella con cui si elegge il presidente.

PER COSA SI VOTA?

Martedì si eleggono tutti i 435 membri della Camera (che viene rinnovata completamente ogni due anni) e un terzo dei membri del Senato (quest’anno 35 su 100). Negli Stati Uniti Camera e Senato hanno poteri simili, anche se non identici. Mentre la Camera rappresenta “il popolo”, il Senato rappresenta idealmente gli Stati: ogni Stato elegge 2 senatori, a prescindere dalla sua popolazione. Inoltre con le elezioni di midterm si eleggeranno anche i governatori di 36 Stati su 50. In 37 Stati si terranno anche 155 referendum sui temi più vari. Nonostante il nome di Donald Trump non compaia sulle schede elettorali, numerosi americani percepiscono la consultazione di oggi come un “referendum” sul presidente.

A CHE ORA SI SAPRANNO I RISULTATI?

Negli Stati della costa Est (dove la differenza di orario è di 6 ore rispetto all’Italia) la maggior parte dei seggi chiuderà tra le 19 e le 20, cioè tra l’una e le due di notte ora italiana. Alle 2 italiane chiuderanno anche i seggi in molti Stati del Midwest e soprattutto in Texas. Dalle 3 termineranno le votazioni anche in Stati come Colorado, Arizona e New Mexico, mentre per la California, sulla costa occidentale, bisognerà aspettare le 5 del mattino, e addirittura le 6 per l’Alaska.

QUALE IMPORTANZA HA IL VOTO?

Tutti gli occhi degli osservatori sono puntati sugli equilibri di Camera e Senato: per quanto il presidente degli Stati Uniti abbia ampi poteri, infatti, i provvedimenti legislativi devono necessariamente passare per l’approvazione di entrambi i rami del Congresso. Se i repubblicani di Donald Trump – che attualmente detengono la maggioranza in entrambi i rami – dovessero perdere la maggioranza anche solo in una delle due Camere, il presidente diventerebbe quella che in gergo viene definita “anatra zoppa” (lame duck), avendo maggiori difficoltà nella sua azione di governo. Una cosa del genere capitò anche a Obama: dopo i suoi primi due anni di mandato, i democratici persero la maggioranza sia alla Camera che al Senato in occasione delle midterm del 2010.QUALI le principali SFIDE ?Sicuramente la sfida tra Ted Cruz e Beto O’Rourke per il Senato in Texas. Ma le partite interessanti sono davvero tante. In Florida la sfida è apertissima sia per il Senato (con l’uscente democratico Bob Nelson e il governatore in carica Rick Scott) sia per il governatore (lì il candidato democratico è il sindaco progressista di Tallahassee Andrew Gillum). Ci sono poi i democratici a cui tocca difendere il proprio seggio o conquistarlo in Stati “rossi”, cioè vinti da Trump: Heidi Heitkamp in North Dakota, Joe Manchin in West Virginia, Joe Donnelly in Indiana, Phil Bredesen in Tennessee, John Tester in Montana, Claire McCaskill in Missouri.

COSA DICONO I SONDAGGI?

Secondo le previsioni di “FiveThirtyEight”, c’è l’85% di probabilità che i repubblicani mantengano la maggioranza al Senato e l’86% di possibilità che i democratici vincano alla Camera. Questa tendenza è confermata anche da altri siti di analisi.

QUALI REFERENDUM SEGUIRE?

In Alabama si vota per inserire nella Costituzione statale la protezione della vita dei bambini non ancora nati e per autorizzare l’esposizione dei Dieci Comandamenti nelle scuole e negli edifici pubblici. Quindici anni fa, le autorità destituirono dall’incarico l’allora capo della Corte suprema locale, Roy Moore, perché si era rifiutato di togliere i Dieci Comandamenti dalla sua aula.

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