mercoledì 29 marzo 2017
Il responsabile per il disarmo, Kim illustra la linea delle Nazioni Unite. Ma 40 Stati «boicottano»
La discussione Il responsabile per il disarmo, Kim illustra la linea delle Nazioni Unite. Ma 40 Stati «boicottano»

La discussione Il responsabile per il disarmo, Kim illustra la linea delle Nazioni Unite. Ma 40 Stati «boicottano»

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Papa Francesco ha inviato un messaggio alla Conferenza dell’Onu finalizzata a negoziare uno strumento giuridicamente vincolante sulla proibizione delle armi nucleari che conduca alla loro totale eliminazione. L’evento si è aperto lunedì alla sede della Nazioni Unite a New York e si concluderà venerdì. Vede la partecipazione delle delegazioni di circa 120 Paesi. Nel messaggio – letto da monsignor Antoine Camilleri, sottosegretario per i Rapporti con gli Stati, capo della delegazione della Santa Sede all’incontro – il Papa invita i rappresentanti delle varie Nazioni a «lavorare con determinazione per promuovere le condizioni necessarie per un mondo senza armi nucleari». Il Pontefice pone l’accento sulle «conseguenze umanitarie e ambientali che derivano da qualsiasi utilizzo degli ordigni nucleari con devastanti effetti indiscriminati e incontrollabili nel tempo e nello spazio». Scrive, Francesco: «Un’etica e un diritto basati sulla minaccia della distruzione reciproca – e potenzialmente di tutta l’umanità – sono contraddittori con lo spirito stesso delle Nazioni Unite».


«Il possesso di armi nucleari e la minaccia del loro uso sono fondamentalmente incompatibili con le aspirazioni comuni dell’umanità per la pace e la sicurezza ». La posizione ufficiale delle Nazioni Unite sugli arsenali atomici, espressa dal rappresentante Onu per il disarmo Kim Won-soo a nome del Segretario generale António Guterres, non considera «utopistica» la visione di un mondo privo di tali armi. Al contrario, la sua creazione è per il Palazzo di Vetro un «dovere» comune di tutti gli Stati. Una linea condivisa dagli oltre 120 Paesi, da lunedì riuniti all’Assemblea generale per negoziare una messa la bando vincolante di testate e ordigni nucleari, ma che preoccupa fortemente le potenze nucleari e molti dei loro alleati.

Una quarantina di Paesi protetti dall’ombrello nucleare sta infatti boicottando i lavori della storica Conferenza (la prima del genere da più di 20 anni) e ha attaccato i suoi sforzi come inutili e pericolosi, perché segnalerebbero una debolezza della comunità internazionale di fronte ai test nucleari della Corea del Nord e alle ambizioni atomiche dell’Iran. Questa posizione è condivisa dal governo italiano, stando a fonti vicine al dossier, che ha rifiutato di aderire al negoziato per rispetto degli obblighi assunti in seno alla Nato e perché considera l’approccio della Conferenza «non realistico e troppo rigido», preferendo una riduzione progressiva delle testate che faccia rispettare in primis il bando degli sperimenti nucleari e la creazione di zone libere da armi nucleari. Ieri i partecipanti ai colloqui, guidati da Austria, Brasile, Irlanda, Messico, Sud Africa e Svezia, hanno riconosciuto che il disfattismo delle potenze nucleari e la mancanza di risultati concreti nelle deliberazioni internazionali sul disarmo hanno portato a un certo disinteresse da parte dell’opinione pubblica sulla questione.

Ma si sono detti convinti che proprio per questo è necessario un passo in avanti coraggioso. I Paesi organizzatori hanno anche espresso la fiducia che lo strumento giuridico in discussione in questi giorni rafforzerà il trattato di non proliferazione nucleare ( TNP) e motiverebbe nuovamente l’opinione pubblica mondiale a sostegno del disarmo. «Un atteggiamento cinico come quello adottato dalle potenze nucleari non crea sicurezza, ma può provocare nuove e destabilizzanti corse agli armamenti, così come aggravare le tensioni regionali e globali – ha detto ieri Elayne Whyte Gómez, rappresentante permanente della Costa Rica all’Onu di Ginevra e presidente della Conferenza –. L’approccio graduale finora non ha funzionato.

Dobbiamo fare di più e in modo più creativo, in modo da raggiungere il nostro obiettivo comune di un mondo libero da armi nucleari e migliore per tutti». Secondo stime del 2016, più di 15.000 testate nucleari restano nelle riserve globali. Mentre questo numero rappresenta una notevole riduzione rispetto alle scorte mantenute durante la guerra fredda, il ritmo del disarmo ha rallentato molto negli ultimi 20 anni, mentre aumentava la dipendenza dalle armi nucleari nelle dottrine di sicurezza di molti Paesi.

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