lunedì 21 novembre 2016
Pechino offrirà "aiuti umanitari all'esercito di Damasco". I rapporti con l'Iran
L'asse siriano si arricchisce: arriva la Cina
COMMENTA E CONDIVIDI

C’è un “attore” che sta conquistando sempre più spazi nella infinita crisi siriana. E lo fa con la “discrezione” (ma anche la volontà di allargare la sua sfera di influenza) che ne ha accompagnato l’ascesa geopolitica. La Cina ha recentemente firmato un accordo “per fornire aiuti umanitari all’esercito di Damasco”. Intesa siglata, come ha riferito l’agenzia di stampa Xinhua, dopo la visita nello scorso agosto del direttore per la Cooperazione Internazionale della Commissione Militare Centrale, Guan Youfei, volato a Damasco per vedere il ministro della Difesa siriano Fahad Jassim al-Freij.

In cosa consistano gli aiuti umanitari promessi dal Dragone non è dato sapere. Ma l’accordo attesta la volontà cinese di guadagnare spazi in una crisi – che con il massiccio intervento di Russia e Usa su due opposti fronti – ha assunto un peso sempre più rilevante. Da che parte sta la Cina? Non ci sono dubbi: come sottolinea il sito Difesaonline, “la Cina riconosce politicamente il regime di Damasco e si allinea alla linea diplomatica degli altri due paesi già presenti sul terreno a sostegno di Assad: Russia ed Iran”.

Sul corpo devastato da un conflitto lungo più di cinque anni della Siria, “si sta così consolidando l’asse Russia-Iran-Cina venutosi a creare a sostegno di Assad”. D'altronde, come si legge su The Diplomat, le relazioni (politiche ed economiche) che Pechino intrattiene con la Siria sono consolidate da decenni. E non è certo mancato il sostegno militare. Il più grande produttore di armi cinese, Noricno, ha venduto armi chimiche al governo siriano nelle prime fasi del conflitto.

Non solo. Nel 1988, la Cina ha venduto M-9 missili a Damasco, nonostante l'opposizione degli Stati Uniti. Tra il 2006 e il 2010, il Dragone è stato uno dei primi cinque fornitori di armamenti convenzionali della Siria. C’è poi un altro “braccio” con il quale il gigante asiatico sembra oggi invischiato nel conflitto siriano. E’ l’Iran. I rapporti tra Pechino e Teheran sono sempre più saldi. Un terzo delle esportazioni iraniane finisce a Pechino (petrolio in testa). Non manca il capitolo armi. Nel 2014 l’Iran ha importato dalla Cina il 31% dei suoi armamenti. E molte di queste armi finiscono nelle mani di chi combatte in Siria.

Il Medio Oriente sta dunque diventando un campo di prova per le ambizioni del regime cinese. Il principio di “non interferenza”, tradizionale bussola dell’agenda politica internazionale di Pechino, si sta traducendo, in realtà, in scelte sempre più nette.


© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: