venerdì 11 gennaio 2013
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​Un assassinio brutale, un attentato alla pace. Sta di fatto che adesso la strada dei negoziati fra Pkk e Stato turco per risolvere l’annoso problema della minoranza e disarmare l’organizzazione separatista è tutta in salita, nonostante la mediazione di Abdullah Ocalan, fondatore del Pkk e capo spirituale per eccellenza della minoranza. I morti pesano sulle trattative, che vanno avanti da circa due mesi e che, secondo i media turchi, hanno anche portato alla definizione di una roadmap di massima per il disarmo del Partito dei Lavoratori del Kurdistan, in cambio dei riconoscimenti che la minoranza invoca da quasi trent’anni. Fra governo turco e Pkk adesso è un rimpallo di responsabilità. Il premier Erdogan frena e dice di voler vedere il risultato delle indagini sull’omicidio. Ma dalle sue prime dichiarazioni, il primo ministro, che si trova in Africa, fa chiaramente capire che la Turchia è estranea all’attentato parlando di faide interne. «Andremo avanti con buona volontà fino a raggiungere un risultato» ha aggiunto dal Senegal Recep Tayyip Erdogan con chiaro riferimento alle trattative in corso. Il Pkk, dal canto suo non ci sta a fare la parte di quello che potrebbe fare saltare il dialogo. Ieri da Parigi, Songul Karabut, membro del Consiglio nazionale del Kurdistan in esilio ha dichiarato: «Dietro a questo brutale assassinio ci sono forze che non vogliono una soluzione pacifica del problema curdo», puntando il dito contro apparati turchi deviati od organizzazioni ultranazionaliste, da sempre oppositrici del dialogo con la minoranza. Tutti gli occhi sono puntati sul prosieguo dei negoziati. Due giorni fa media della Mezzaluna avevano diffuso la notizia che un accordo di massima era già stato trovato. Il Pkk avrebbe iniziato a disarmare le sue cellule più pericolose a marzo e sarebbero stati inseriti nuovi riconoscimenti nella bozza della Costituzione, soprattutto etnici e linguistici. Ma le morti di Parigi rischiano di fare saltare il banco. Erdogan potrebbe giudicare Ocalan e il Pkk interlocutori non più affidabili.
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