giovedì 24 novembre 2016
Il mezzo è esploso contro una stazione di servizio dove sostavano pullman di fedeli di ritorno da Kerbala: i morti sono circa 100, quasi tutti iraniani
Pellegrine sciite a Kerbala, con un militare iracheno (foto d'archivio)

Pellegrine sciite a Kerbala, con un militare iracheno (foto d'archivio)

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Circa 100 persone, in gran parte sciiti iraniani di ritorno da un pellegrinaggio, sono morte nell'esplosione di un camion bomba guidato da un kamikaze in Iraq. Il mezzo è esploso in un'area di sosta per i pullman nel distretto di Shomali, a est di Hilla, nella provincia di Babil, circa 120 chilometri a sud di Baghdad. I pellegrini erano di ritorno dalla grande celebrazione dell'Arbain nel santuario sciita di Kerbala. Secondo quanto riferisce la tv satellitare araba al Arabiya, i jihadisti del Daesh hanno rivendicato l'attentato.

Sciiti nel mirino

La stazione di servizio colpita è un luogo di sosta abituale dei pullman dei pellegrini di ritorno dal santuario dedicato all'imam Hussein, a Kerbala, che si trova 80 chilometri a ovest di Hilla. "Almeno sette pullman con pellegrini sostavano nel luogo dell'esplosione", ha detto a France Presse un tenente colonnello della polizia. Pare dunque evidente che il bersaglio degli attentatori fossero proprio gli sciiti. Secondo testimoni, erano presenti molti iraniani ma c'erano anche iracheni di Bassora e Nassiriya. Le vittime, secondo un primo bilancio, sarebbero in gran parte iraniane. Ci sarebbero un centinaio i feriti.

In questi giorni 20 milioni di pellegrini

Nei giorni scorsi la città di Kerbala era stata posta sotto stretta sorveglianza da parte delle autorità irachene nel timore di attentati in occasione della festa dell'Arbàin (40 in arabo), quarantesimo giorno dell'Ashura, che segna la fine del lutto per la commemorazione del martirio dell'Imam al-Husayn ibn Ali e di 72 suoi seguaci per mano delle truppe del califfo omayyade Yazid I. Le celebrazioni si sono tenute il 20 novembre: erano presenti a Kerbala tra i 17 e i 20 milioni di pellegrini, di cui 3 milioni di iraniani. Mobilitati 25mila soldati.

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