mercoledì 9 novembre 2022
E' già il secondo caso all'estero, dopo quello della squadra di beach soccer
La pattinatrice sul podio con la maglietta nera e il capo scoperto

La pattinatrice sul podio con la maglietta nera e il capo scoperto - Ansa / fermoimmagine da video

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La nazionale della pallanuoto iraniana si è rifiutata di cantare l'inno della Repubblica islamica durante la prima partita dei Giochi asiatici contro l'India a Bangkok, in Thailandia. Una forma di protesta pacifica contro il regime di Teheran mentre in Iran proseguono le manifestazioni di piazza scoppiate a metà settembre dopo la morte di Mahsa Amini, deceduta a 22 anni dopo essere stata arrestata dalla polizia morale con l'accusa di non aver indossato correttamente il velo islamico.

Il filmato degli atleti rimasti in silenzio è diventato virale sui social media, con gli utenti che hanno sottolineato che ogni occasione viene sfruttata per manifestare il proprio dissenso nei confronti del regime di Teheran.

Prima di loro anche i giocatori della nazionale di beach soccer si erano rifiutati di cantare l'inno durante una partita contro gli Emirati Arabi Uniti e avevano esultato mimando il taglio di una ciocca di capelli nella sfida contro il Brasile. La tv iraniana ha risposto alla protesta interrompendo la diretta video della partita che era in corso a Dubai.

Pattinatrice sale sul podio senza velo all'estero

Domenica scorsa un'altra atleta iraniana aveva sfidato il regime mostrandosi sul podio in Turchia a capo scoperto, come aveva fatto un mese fa a Seul Elnaz Rekabi, che aveva gareggiato senza hijab ai campionati di arrampicata. La pattinatrice Niloufar Mardani, che fa parte della nazionale iraniana di pattinaggio di velocità su pista da oltre un decennio, ha gareggiato a Istanbul ed è salita sul podio a capo scoperto mostrando la scritta "Iran" sulla maglietta nera. Lo documenta un video.

Dura la reazione del governo di Teheran. "L'abbigliamento di Mardani non era stato approvato dal ministero e la sua presenza era personale senza la nostra autorizzazione - sostiene il ministero dello Sport - dato che la squadra iraniana non aveva partecipato alla competizione. Non fa parte della squadra da un mese".

Le atlete iraniane sono obbligate a gareggiare con il velo anche durante gli eventi che si tengono all'estero. Al suo rientro in Iran l'arrampicatrice Rekabi si era dovuta pubblicamente scusare sostenendo che l'hijab le era caduto per sbaglio.

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