martedì 27 settembre 2022
Negli ultimi undici giorni migliaia di persone hanno aderito a manifestazioni anti-governative in seguito alla morte della giovane Mahsa Amini arrestata perché indossava male il velo
Un'immagine delle proteste a Teheran

Un'immagine delle proteste a Teheran - Wana / Reuters

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Proseguono le proteste antigovernative in Iran, nonostante la limitazione dell'accesso a Internet e la violenta repressione della polizia. Le vittime sono almeno 41 e i feriti centinaia. Almeno 20 i giornalisti arrestati.

Le Nazioni Unite hanno chiesto oggi alle autorità iraniane "di garantire i diritti a un giusto processo e di rilasciare le persone arbitrariamente" arrestate. "Molti iraniani sono stati uccisi, feriti e detenuti", ha detto a Ginevra la portavoce dell'Alto Commissario Onu per i diritti umani, Ravina Shamdasan. "Siamo molto preoccupati per la risposta violenta delle forze di sicurezza alle proteste", ha aggiunto evocando "l'apparente uso non necessario e sproporzionato della forza". "Le armi da fuoco non devono mai essere usate per disperdere una manifestazione", ha ricordato. La portavoce ha espresso preoccupazione anche per "i commenti di alcuni leader che diffamano i manifestanti e per l'interruzione dei servizi di comunicazione. "Chiediamo alle autorità di ripristinare completamente l'accesso a Internet", ha aggiunto.

Anche a causa delle restrizioni sulle telecomunicazioni, l'Onu non è in grado di fornire dati precisi sul numero di vittime e arresti. "Rapporti indicano inoltre che centinaia di persone sono state arrestate, tra cui difensori dei diritti umani, avvocati, attivisti della società civile e giornalisti", ha detto Shamdasan.

Negli ultimi undici giorni migliaia di persone hanno aderito a manifestazioni anti-governative in seguito al decesso in detenzione di Mahsa Amini, 22 anni, arrestata il 13 settembre con l'accusa di non aver indossato l'hijab correttamente. La ragazza, della minoranza curda iraniana, era morta tre giorni dopo essere entrata in coma in un centro di detenzione a causa delle possibili torture e maltrattamenti inflitti. La polizia ha negato le accuse e il presidente iraniano Ebrahim Raisi ha promesso un'indagine.

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