martedì 15 gennaio 2013
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La schiera di chi nel Regno Unito si oppone al matrimonio gay è ampia e varia e non include solo rappresentanti della Chiesa e del partito conservatore. Jim Dobbin è un deputato laburista per il distretto elettorale di Heywwod e Middleton a Manchester ed è assolutamente convinto che anche all’interno della stessa comunità gay ci siano esponenti che si oppongono a dare un nuovo significato al matrimonio. «Conosco persone gay convinte che il matrimonio sia tra un uomo e una donna, e come loro credo che non ci sia bisogno di dargli una nuova definizione».Assieme ad altri politici, tra cui il laburista Joe Benton e il conservatore Fiona Bruce, Dobbin è tra le oltre 620mila firmatari di una petizione organizzata dalla Coalition for Marriage contro l’introduzione del matrimonio gay. «Il governo afferma di avere l’appoggio della popolazione, ma non è così – continua Dobbin. – In base ai risultati di una consultazione pubblica, a cui hanno partecipato 228mila persone di cui il 53 per cento si è detto favorevole al matrimonio gay, il governo crede ora di avere l’appoggio della maggioranza della popolazione e il diritto a introdurre la nuova legislazione. Ma in questa consultazione non c’è ombra dei 627mila che hanno firmato per mantenere il matrimonio tradizionale. È ovvio che i numeri non tornano». Dobbin conclude: «Credo che il matrimonio sia estremamente importante e non sta ai politici cambiarne il significato. Sono inoltre assolutamente convinto che la nazione, se fosse chiamata domani a votare in un referendum, risponderebbe che vuole mantenere il matrimonio così com’è».Il medico Sharon James, che insegna politica familiare all’Università del Galles, la pensa allo stesso modo: «Credo che la maggior parte della gente creda che questa nuova legge sia del tutto irrilevante. Quando viene sottolineato che i gay, grazie alle civil partnership, hanno già tutti i diritti legali delle coppie sposate, la reazione della gente è sempre la stessa. Che senso ha dunque, ci viene detto, il matrimonio gay?». La James, così come tanti conservatori che votarono Cameron alle ultime politiche, si sente tradita: il matrimonio gay non fu mai menzionato in campagna elettorale. «Sono convinta che alle prossime elezioni Cameron perderà molti voti. Ancora oggi il premier dice di voler proteggere le libertà religiose e sostiene che le Chiese che si oppongono al matrimonio gay saranno libere di non celebrarlo, ma non può offrire garanzie. Sappiamo bene che il primo prete che si rifiuterà di celebrare un matrimonio tra omosessuali sarà spedito direttamente alla Corte europea con l’accusa di discriminazione».Qualche giorno fa anche l’ex ministro della Difesa Liam Fox si è schierato contro i piani del governo: «Imporre, per ragioni puramente ideologiche, un nuovo significato a un termine così familiare e fondamentale come il matrimonio – ha sottolineato – è molto poco saggio. È la priorità di una élite metropolitana, ma non della vasta maggioranza del popolo».
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