sabato 15 dicembre 2012
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​L’appuntamento è per oggi: il Pasok (socialisti), tradizionale partito di governo, ha convocato una marcia contro Chrysi Avgi, il nome greco di Alba dorata, la formazione nazionalista e xenofoba (ritenuta da molti analisti di stampo neo-nazista) che ha rappresentato l’autentico fenomeno delle elezioni di giugno: pressoché al debutto, ha conquistato 18 seggi (su 300), divenendo la 5ª forza nel Parlamento del Paese dove 2.500 anni fa è nata la democrazia. È proprio nelle stanze del gruppo parlamentare, sobriamente adornate anche con un’icona mariana, che incontriamo Ilias Kasidiaris, portavoce e deputato eletto col maggior numero di voti. Per la stampa estera il giovane Kasidiaris, 32 anni, abbandona toni minacciosi e saluti romani a vantaggio di un aspetto rassicurante e, con indosso un completo di buon taglio (d’altronde proviene dalla buona borghesia ellenica, figlio di un medico e di una professoressa), ci concede una breve intervista, sullo sfondo dell’Acropoli e rigorosamente in greco (anche se conosce l’inglese). Kasidiaris era già conosciuto fuori dalla Grecia (e al popolo di Internet) per aver preso a schiaffi due avversarie politiche a giugno durante un dibattito tv: dopo essere rimasto nascosto per 48 ore e aver scampato così l’arresto immediato, tornò a farsi vedere e ha querelato le due donne.Sa che il vostro arrivo in Parlamento ha spaventato l’intera Europa?Inutilmente. Non siamo contro l’Europa. Noi non vogliamo abbandonare l’euro, non siamo per il ritorno alla dracma. Siamo però contro questo tipo di Europa, che ha rinnegato la propria identità. E che ha tutte le intenzioni di ridurre la Grecia al livello di un protettorato, abitato da sub-umani senza coscienza, senza una patria e senza cultura nazionale. C’è però un distinguo da fare.Quale?Una parte di quel debito pubblico che ci viene continuamente rinfacciato è illegale, costruita per favorire gli interessi speculativi delle lobbies della finanza internazionale. Questa parte non intendiamo accettarla, per noi va condonata e questo chiediamo di fare.E sa della manifestazione del Pasok?Sì, ma non abbiamo nulla da temere. Saranno quattro gatti. Noi siamo molti, molti di più.Usate però la violenza. È così?Esagerazioni. Questo è quello che vuole far credere il circuito della grande stampa. Che non racconta invece delle nostre iniziative: di quando chiudiamo una piazza e organizziamo una mensa popolare, distribuendo cibo a chi non ne ha.Insomma, è tutta una campagna contro di voi?Noi siamo solo fieri di essere greci, portatori di una storia millenaria. Se questo è essere razzisti, lo siamo. Ma non finiremo colonizzati ed espropriati come i nativi americani.L’intervista finisce qui. Impossibile domandargli di quello che si racconta con insistenza di Golden dawn ad Atene: che almeno un terzo degli aderenti provenga o sia vicino alle forze dell’esercito e di polizia e che il movimento goda di "forti protezioni" ai vertici dello Stato. «Non c’è nessun legame fra governo e Alba dorata – si limita a dire Simos Kedikoglou, il ministro portavoce del governo –. Credo che sia un fenomeno transitorio e sarà riassorbito quando l’economia tornerà a crescere». Evangelos Venizelos, presidente del Pasok, sulla possibile "penetrazione" nello Stato precisa che «sul problema siamo in contatto con i ministri competenti». Intanto, su Alba dorata si dice molto altro. A esempio, che stia facendo proselitismo nelle aziende, ricorrendo a metodi ricattatori: gli attivisti si presentano all’imprenditore, chiedono di licenziare un tot di dipendenti e di sostituirli con loro simpatizzanti. Ma anche che hanno organizzato un servizio sanitario denomitato "Medici con frontiere" (contrapposto all’originale di Msf). Rigorosamente riservato a greci al 100%, sia chiaro.
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