giovedì 14 novembre 2019
Americani incollati alla tv per le prime audizioni pubbliche sullo scandalo Kievgate L’ambasciatore Taylor: «Il presidente era più interessato a Biden che all’Ucraina»
Kievgate, inizia l'impeachment-show per il presidente Trump
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Il «presidente Trump era più interessato alle indagini sui Biden che all’Ucraina» e lo «sblocco dei fondi destinati all’Ucraina erano legati all’annuncio da parte del presidente Volodymyr Zelensky di un’indagine su Joe Biden e il figlio».

La prima audizione pubblica nella procedura di impeachment contro Donald Trump, trasmessa mercoledì in diretta per milioni di americani, ha portato alla luce la sostanza della vicenda che i legislatori democratici imputano al presidente Usa: di aver utilizzato il potere legato alla sua posizione per ottenere un beneficio personale, screditando il suo principale rivale alle elezioni del prossimo anno. Ma se le parole di due diplomatici di alto livello avranno un peso notevole nell’inchiesta, che è destinata a continuare per mesi, la prima giornata di testimonianze non ha ottenuto il risultato che i democratici speravano: prove chiare che il capo di Stato Usa ha tradito la fiducia degli americani e non merita di rimanere alla guida della prima potenza mondiale. È questo l’unico esito concreto che l’atteso e temuto «processo pubblico» a Trump può avere, perché è chiaro fin d’ora che, con l’equilibrio di potere esistente al Congresso fra i due partiti che si spartiscono la maggioranza alle due Camere, il capo della Casa Bianca non sarà rimosso dall’incarico. «Non ho visto neppure un minuto dell’udienza dell’indagine impeachment farsa, il presidente Erdogan era più importante», ha dichiarato in serata Donald Trump nella conferenza stampa congiunta con il presidente turco.

Attualmente nei sondaggi il supporto per l’impeachment e la rimozione di Trump si attesta al 49% dell’opinione pubblica, rispetto al 46% degli americani che vi si oppongono. Queste percentuali sono in linea con il risultato elettorale del 2016. La divisione politica è inoltre netta: il 91% dei democratici vorrebbe cacciare Trump dalla Casa Bianca, rispetto al 6% dei repubblicani. Si può dunque prevedere che Trump sarà messo sotto accusa dalla Camera e assolto dal Senato. Solo una significativa defezione da entrambi i partiti, che porti i legislatori democratici o repubblicani a sfidare il volere dei loro elettori, potrebbe produrre un altro risultato. È per questo che i democratici hanno insistito per rendere pubbliche le testimonianze: affinché un colpo di scena in diretta abbia un impatto tangibile sugli elettori a meno di 12 mesi dalla chiamata alle urne.

Ma per ora le dichiarazioni rese mercoledì dai primi due testimoni, l’ambasciatore in Ucraina William Taylor, e il diplomatico George Kent, non l’hanno fornito. Non si è vista la «pistola fumante», la prova incontrovertibile della colpevolezza di Trump. Taylor ha sostenuto che l’ambasciatore presso l’Ue, Gordon Sondland, gli avrebbe detto che «tutto, compresi gli aiuti» destinati all’Ucraina, era «legato all’apertura delle indagini» sui Biden. Kent ha puntato il dito sul ruolo recitato dal legale del presidente, Rudy Giuliani, la cui opera di pressione su Kiev aveva finito per «avvelenare i rapporti tra i due Paesi».

Ma il pubblico del 2019 si aspettava una tensione ben maggiore. E sicuramente ritmi più veloci rispetto al pubblico che seguì le testimonianze del 1973 e 1974 che portarono alle dimissioni di Richard Nixon. Ieri la Casa Bianca ne ha approfittato per passare all’attacco.


Il capo della Casa Bianca ha definito il caso «la più grande truffa della storia». L’opinione pubblica resta spaccata secondo le linee di partito: solo il 6 per cento dei repubblicani vorrebbe mandare via il presidente Il presidente Usa Donald Trump

La portavoce di Trump, Stephanie Grisham, ha tuonato: «Un’audizione inutile pagata dai contribuenti americani». Il presidente, che aveva detto di essere «troppo impegnato per seguire i lavori» ha pubblicato un video in cui sosteneva che l’inchiesta «è la più grande truffa della storia politica americana». La sua campagna, in contemporanea, lanciava una raccolta fondi. Il giorno dell’annuncio dell’impeachment, Trump aveva raccolto 15 milioni di dollari.

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