lunedì 27 novembre 2017
Già 40mila persone hanno lasciato le loro case, altre 60mila dovranno evacuare al più presto. Fumo e cenere salgono fino a 9mila metri di altitudine. Piove e si temono calate di rocce e fango
Il vulcano Agung, sull'isola di Bali, visto da un vicino villaggio (Ansa)

Il vulcano Agung, sull'isola di Bali, visto da un vicino villaggio (Ansa)

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Crescono i timori di un'imminente eruzione del vulcano Agung a Bali, in Indonesia: le autorità indonesiane hanno alzato lo stato di allerta al suo massimo livello e hanno ordinato alle 100mila persone che vivono nei 22 villaggi situati in un raggio di 10 chilometri dal vulcano di allontanarsi rapidamente.

Secondo il portavoce dell'agenzia responsabile della gestione delle calamità naturali, Sutopo Nugroho, «le emissioni esplosive occasionali indicano la possibilità di un'eruzione imminente».

Circa 40.000 persone hanno già dovuto abbandonare le loro case e altre 60mila dovranno rapidamente fare altrettanto. Le autorità hanno avvertito i residenti di stare lontano dai fiumi di rocce e detriti, che stanno scendendo giù dalla montagna anche a causa delle forti piogge. A Bali è infatti la stagione delle piogge. Le colate di fango possono muoversi rapidamente e sono un killer frequente durante le eruzioni vulcaniche.

Il vulcano Agung erutta nubi di ceneri bianche e grigie che raggiungono i 9mila metri di altitudine. Per questo il traffico aereo è stato sospeso. L'aeroporto di Bali rimarrà chiuso per 24 ore da questa mattina: sono stati cancellati 445 voli e circa 59mila passeggeri sono bloccati. Si tratta in gran parte di turisti. Domenica l'Indonesia aveva emesso un allarme rosso per il traffico aereo.

Secondo il Centro di consulenza sulla cenere vulcanica dell'Ufficio di meteorologia australiano, la nube di cenere sarebbe diretta a sud-est verso la vicina isola di Lombok, lontano dalla capitale di Bali, Denpasar, dove si trova il principale aeroporto internazionale. Molte compagnie hanno tuttavia deciso di sospendere i voli da e per l'isola.

Il monte Agung, che sorge a poco più di 3.000 metri sul livello del mare, aveva già destato grande allarme tra agosto e ottobre, costringendo all'evacuazione di 144.000 abitanti. La sua attività sembrava essersi placata alla fine di ottobre e l'allarme era stato abbassato, cosicché migliaia di persone erano tornate nelle loro case. Martedì scorso ha ricominciato a rombare. E per la seconda volta in meno di una settimana, sabato ha eruttato un enorme pennacchio di fumo, forse un'eruzione freatica, con l'improvvisa e violenta espulsione di vapore acqueo.

In Indonesia, che si trova sulla "cintura di fuoco" del Pacifico, ci sono circa 120 vulcani. L'ultima eruzione dell'Agung causò 1.600 morti.

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