venerdì 28 ottobre 2016
Oltre cento manifestanti arrestati dalla polizia del North Dakota: scontri al cantiere di un contestato impianto. La condotta devasterebbe i siti sacri di sepoltura e alcune fonti
I sioux sul piede di guerra: «No all'oleodotto»
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L'ultimo atto dell'ultima guerra combattuta dalle tribù Sioux è andato in scena ieri sera: oltre cento manifestanti sono stati arrestati dalla polizia del North Dakota nei pressi del cantiere di un contestato oleodotto, a cui sui oppongono le tribu indiane delle grandi praterie del Nord degli Stati Uniti perché attraversa un terreno considerato sacro dai nativi. Negli scontri sono stati sparati alcuni colpi di arma da fuoco e sono state lanciate molotov. In totale 117 persone sono state arrestate, hanno annunciato le forze dell'ordine. Si tratta di un numero ben oltre i 16 annunciati nella giornata di ieri dallo sceriffo della contea di Morton, Kyle Kirchmeier. Le autorità hanno aggiunto che durante gli incidenti sono stati sparati vari colpi di arma da fuoco da parte dei manifestanti: un proiettile ha raggiunto la mano di una persona «evacuata a forza dalla strada dai manifestanti» e altri tre colpi sono stati esplosi contro la polizia da un manifestante, che non ha ferito nessuno. Nella notte sulle forze dell'ordine sono state lanciate varie molotov e sono stati appiccati fuochi, mentre sono proseguiti gli scontri tra varie centinaia di manifestanti e la polizia.


Le cariche di polizia

Le forze dell'ordine in tenuta antisommossa hanno schierato veicoli ed equipaggiamenti militari per sgomberare i manifestanti che bloccavano due strade e che dallo scorso weekend si sono accampati su terreni privati, ha ricordato Sue Evans, una portavoce della tribù sioux degli Standing Rock. «Le forze dell'ordine hanno risposto in modo sproporzionato» ha detto il capo della tribù, Dave Archambault. Gli Standing Rock sostengono che l'oleodotto minaccia le loro fonti di acqua potabile e vari siti di sepoltura degli antenati e hanno chiesto al presidente Barack Obama di intervenire per fermare i lavori e aprire anche un'indagine sugli «atti di violenza della polizia sul sito» ha detto Evans. Due settimane fa il governo aveva richiesto di fermare i lavori, in un tentativo di alleggerire le tensioni, nonostante la decisione del giudice di autorizzarne la prosecuzione dei cantieri .


Battaglia legale

Gli scavi erano ripresi l'11ottobre. Il progetto di oleodotto della società Energy Transfer Partners ha provocato un crescente movimento di opposizione negli Stati Uniti da parte di tribù indiane, ambientalisti e difensori dei diritti dei nativi americani. L'oleodotto Dakota Access Pipeline attraverserà quattro stati portando il petrolio estratto in North Dakota, alla frontiera canadese, fino in Illinois.

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