martedì 27 luglio 2021
È accaduto nel villaggio di Savreji Kharg, nel distretto di Deoria, una delle regioni più arretrate del Paese. Neha insisteva a indossare i pantaloni. La mamma ha denunciato i parenti assassini
Indossava i jeans: uccisa a 17 anni dai familiari

Ansa

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È stata la mamma di Neha Paswan, appena diciassette anni, a denunciare i nonni e gli zii che le hanno ucciso la figlia perché indossava i jeans.

Secondo la Bbc, Shantukala Devi, questo è il nome della donna, ha trovato il coraggio di ricorrere agli agenti benché nel suo villaggio di Savreji Kharg, nel distretto di Deoria, una delle regioni più arretrate dell'Uttar Pradesh, lo stato indiano più popoloso nel nord del Paese, le donne non abbiano quasi nessun diritto.

Sottomesse agli uomini, che decidono come si vestono e che cosa dicono, la loro vita vale pochissimo. Uccise con grande facilità - venti donne al giorno muoiono in India per violenza domestica - a volte anche prima della nascita perché non volute oppure dopo il matrimonio perché la dote che hanno portato non è ritenuta sufficiente.

Nel caso di Neha il movente degli assassini è stata la determinazione della ragazza a voler indossare i jeans. Da tempo la parte più retrograda della sua famiglia, i nonni e gli zii, insistevano perché Neha indossasse il sari tradizionale, anziché i pantaloni, e la scorsa settimana la situazione è degenerata.

"Era una festa religiosa", ha raccontato la mamma di Neha all'emittente britannica, "Mia figlia aveva digiunato tutto il giorno come chiede la religione indù. Alla sera ha deciso di indossare i jeans per le ultime celebrazioni. I nonni hanno insistito perché si cambiasse in un vestito più tradizionale ma Neha ha detto che quei pantaloni erano fatti per essere indossati e che lei lo avrebbe fatto. Ne è seguita una discussione e poi i parenti l'hanno picchiata con dei bastoni fino a tramortirla. Hanno promesso di portarla in ospedale ma non mi hanno consentito di accompagnarla".

La donna manda quindi alcuni parenti a controllare che Neha sia nelle mani dei dottori ma della diciassettenne non c'è traccia. Il giorno dopo Shantukala Devi sente che un corpo sta penzolando dal ponte sul fiume Gandak, che attraversa la regione, e quando accorre si accorge che si tratta di sua figlia. L'autopsia ha rivelato che la ragazza aveva avuto il cranio spaccato dalle bastonate.

Verranno puniti adeguatamente gli assassini della ragazza? Benché la polizia abbia incriminato per la sua morte dieci persone, tra le quali i nonni e gli zii e le zie, e quattro persone, tra le quali i nonni e uno zio, siano già stati arrestati il dubbio è lecito. Spesso le pene sono inadeguate e riflettono una società dove la vita delle donne non ha alcun valore.

Il padre di Neha, Amarnath Paswan, che lavorava via da casa per guadagnare i soldi per far studiare la figlia, è tornato dopo la tragedia mentre la mamma ha spiegato che Neha voleva diventare poliziotta ma "i suoi sogni adesso non diventeranno mai realtà".

L'ennesima tragica vicenda di un'India che lotta contro il persistere di una cultura patriarcale e violenta, sta facendo il giro del mondo. La rete pullula di video che, purtroppo inutilmente, denunciano questi episodi inaccettabili e ricevono commenti indignati. Le associazioni contro la violenza sulle donne denunciano che la Polizia arresta i presunti colpevoli, spesso con ritrosia; ma
che, altrettanto spesso, li rilascia dopo poco, senza processo o condanna.
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