mercoledì 22 gennaio 2020
Al Senato non verranno ascoltati come testimoni il capo di stato maggiore della Casa Bianca Mick Mulvaney e l'ex consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton
Il presidente Usa Donald Trump

Il presidente Usa Donald Trump - Reuters

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Il processo in Senato per l'impeachment del presidente Donald Trump procederà velocemente e senza ascoltare testimoni come il capo di stato maggiore della Casa Bianca in carica Mick Mulvaney e l'ex consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton. Gli 11 emendamenti del leader della minoranza democratica del Senato Chuck Schumer, presentati il giorno dell'apertura del processo di impeachment, sono stati bocciati uno dopo l'altro quasi sempre con lo stesso risultato di 53-47 che rispecchia gli schieramenti tra repubblicani e democratici.

La prima giornata del processo d'impeachment, il terzo della storia americana si è tradotta in una seduta fiume di 13 ore in Senato per definire le regole. La maggioranza repubblicana ha bloccato il tentativo dei democratici di ottenere nuove prove e mandati per nuove testimonianze. Le mozioni presentate dal leader di minoranza, il senatore democratico Chuck Schumer, con la richiesta di documenti sull'Ucrainagate alla Casa Bianca, al dipartimento di Stato e all'ufficio di Bilancio, sono state bocciate con il voto contrario di tutti i repubblicani che controllano 53 seggi su 100. Allo stesso modo sono naufragate le richiesta dei dem di far testimoniare il capo di gabinetto della Casa Bianca Mick Mulvaney, il suo collaboratore Robert Blair e un funzionario dell'ufficio bilancio, Michael Duffey.

Per i dem solo una piccola vittoria, con i repubblicani che all'ultimo minuto hanno deciso di concedere tre giorni di tempo anziché due per le dichiarazioni iniziali di accusa e difesa. La modifica è arrivata dopo una riunione a porte chiuse durante la quale alcuni esponenti repubblicani hanno espresso perplessità sulla tempistica lampo ipotizzata. I democratici erano insorti accusando il Grand old party di voler "manipolare" il processo e relegare i fatti chiave a tarda ora per impedire che venissero ascoltati dal popolo americano.

La modifica ottenuta non garantisce automaticamente l'ammissibilità di ulteriori testimoni o documenti: è richiesta una maggioranza di 51 voti e i dem ne hanno solo 47. In base all'attuale agenda, il voto sull'opportunità di nuovi testimoni dovrebbe tenersi verso la fine della prossima settimana: se anche questo tentativo dem dovesse fallire, con i repubblicani compattamente contrari, per Trump la strada verso l'assoluzione prima del 4 febbraio, giorno del discorso sullo Stato dell'Unione, apparirà del tutto spianata.

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