Alex Garcia - Frame dal video

Alex García è tornato a casa. Dopo aver vissuto per tre anni e mezzo in una chiesa di Maplewood, in Missouri, per evitare la deportazione, l'honduregno che era entrato illegamente negli Usa nel 2000 ha potuto riunirsi con la moglie e i figli. Fare ricorso alla legge «santuario» – che impedisce agli agenti dell'immigrazione (Ice) di arrestare chi si rifugia in un luogo di culto – non sarebbe più necessario per García e per dozzine di immigrati irregolari.

La scorsa settimana, infatti, il presidente Joe Biden ha cancellato l'ordine esecutivo del predecessore Donald Trump – che prevedeva la deportazione di chiunque fosse entrato nel Paese senza permesso ufficiale compreso chi, come García, avesse un permesso temporaneo, fosse incensurato e sposato a un cittadino Usa – focalizzando invece l'attenzione a chi tra loro si rende colpevole di crimini aggravati o rappresenta un rischio per la sicurezza nazionale. Biden, ha formalmente revocato una serie di ordini presidenzial, tra cui quello che puntava a tagliare i finanziamenti a diverse città che il repubblicano considerava paradisi «anarchici», le cosiddette città-santuario dove gli irregolari non rischiavano la deportazione o l’arresto.

Proprio ieri, il nuovo presidente democratico ha revocato anche la decisione di Trump di bloccare i visti d'ingresso temporanei per la durata della pandemia, sottolineando che impedire l'immigrazione legale «non avanza gli interessi degli Stati Uniti, ma al contrario ne rappresenta un danno». Non solo previene alle famiglie di riunirsi, ma priva le aziende americane di utilizzare il talento di ulteriori persone. Biden ha promesso di eliminare le norme anti-immigrazione formulate da Trump, ma parecchi repubblicani al Congresso hanno promesso battaglie legali per fermarlo.