lunedì 15 settembre 2014
​Dal vertice di Parigi via libera a offensiva militare in appoggio all'Iraq.
«Padre Dall'Oglio vivo» | Le due italiane "non sono in mano all'Isis" | Terzo ostaggio decapitato: «Jihadisti mostri, li fermeremo»
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La comunità internazionale serra le fila contro gli jihadisti dell'Isis. Dopo la terza decapitazione di un ostaggio occidentale, il cooperante scozzese David Haines, a Parigi i 30 Paesi presenti alla Conferenza sulla sicurezza dell'Iraq si sono impegnati ad appoggiare il governo di Baghdad "con ogni mezzo", compreso "un adeguato aiuto militare".Ancora nulla che tolga il sonno allo Stato islamico, ma comunque un altro tassello nella strategia di Barack Obama per mettere insieme una coalizione contro l'offensiva jihadista in Iraq e Siria, di cui ora fanno parte 10 Paesi arabi. Ilpresidente francese, Francois Hollande, ha avvertito che "la minaccia è globale e la risposta deve essere globale", senza perdere tempo. Del resto non c'è alternativa contro i "tagliagole" del 'Daech' (l'acronimo arabo per Stato islamico), ha aggiunto il capo della diplomazia francese, Laurent Fabius: "Dobbiamo difenderci. Non possiamo solo farli arretrare, dobbiamo sconfiggerli".Stamane l'aviazione francese ha lanciato la sua prima missione: aerei-spia Rafales sono decollati dalla base militare francese di Abu Dhabi per una ricognizione sull'Iraq. Sul posto è arrivato anche il ministro della Difesa, Jean-Yves Le Drian. Proprio un intervento aereo è stato sollecitato dal presidente iracheno, Fouad Massoum, il quale ha avvertito che senza una pronta risposta "forse lo Stato islamico occuperà altri territori". Secondo la Cia, i miliziani dell'Isis presenti in Iraq e Siria sono almeno 20.000, forse addirittura 31.000. L'Italia ha inviato nei giorni scorsi i primi due carichi di mitragliatrici e munizioni ai 'peshmerga' curdi nel nord dell'Iraq, ha riferito il ministro degli Esteri, Federica Mogherini, spiegando che Roma avrà anche un ruolo politico per far lavorare insieme la coalizione, giovandosi delle "buone relazioni con tutti i Paesi della regione". Si è chiarito invece che non ci sarà alcun coordinamento militare tra Iran e Usa. "Già nei primi tempi, gli Usa avevano chiesto attraverso l'ambasciatore in Iraq se potevamo cooperare contro l'Isis", ha raccontato la Guida suprema della repubblica islamica, Ali Khamenei, spiegando di aver respinto la richiesta perchè gli americani "hanno le mani sporche di sangue".Washington ha confermato che non ci sarà alcun coordinamento ma non ha escluso consultazioni con Teheran sul conflitto iracheno.
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