venerdì 28 ottobre 2016
Nel caso di una vittoria alle presidenziali dell'8 novembre, la democratica potrebbe offrire all'attuale vicepresidente la poltrona di capo della diplomazia Usa. Tom Donilon tra le alternative.
L'attuale vicepresidente Usa Joe Biden

L'attuale vicepresidente Usa Joe Biden

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Il vicepresidente degli Stati Uniti, Joe Biden, sarebbe in cima alla lista dei nomi tra cui Hillary Clinton sceglierà il suo segretario di Stato, nel caso in cui la candidata democratica diventasse presidente il prossimo 8 novembre. L’indiscrezione è stata rivelata dal sito Politico, secondo il quale lo staff della candidata deve ancora formulare l'offerta a Biden. Il vicepresidente di Barack Obama a lungo ha riflettuto sulla possibilità di candidarsi alle primarie democratiche proprio contro Clinton, per poi decidere di rinunciare e sostenere la candidatura dell'ex segretario di Stato. In passato, Biden aveva cercato già due volte di conquistare la nomination democratica per le presidenziali, nel 1988 e nel 2008, ma senza successo. Il vicepresidente è molto amato dalla base democratica, come si può evincere anche dall'accoglienza riservatagli alla convention del partito lo scorso luglio.

«Sarebbe grandioso e lo staff sta passando molto tempo a capire quale possa essere il modo migliore per cercare di convincerlo ad accettare se lei vincesse» ha riferito una fonte. Si tratta, tra l'altro, del primo candidato a un incarico governativo di cui è stato diffuso il nome, in un momento in cui lo staff di Clinton continua a dire di essere concentrato sulla vittoria alle elezioni contro il repubblicano Donald Trump, e per uno degli incarichi più delicati, ricoperto in passato dalla stessa candidata alla presidenza. Nei giorni scorsi un altro nome circolato per la poltrona di capo della diplomazia Usa nel caso di una vittoria di Hillary è stato quello di Tom Donilon, attuale consigliere per la sicurezza nazionale.

Prima dei due mandati da vicepresidente, Biden era stato per due anni a capo della commissione Esteri del Senato, replicando un'esperienza già vissuta dal 2001 al 2003, e per 36 anni senatore. Se dovesse diventare segretario di Stato, potrebbe portare avanti le questioni estere più delicate affrontate dall'attuale amministrazione, come quelle relative all'Ucraina e alla stabilizzazione dell'Iraq.

Anche se Biden e Clinton hanno lavorato insieme per diversi anni, non sono mancati tra loro i punti di scontro, come per esempio sulle truppe da lasciare in Iraq, sull'impegno in Afghanistan e gli interventi in Siria e Libia, con il vicepresidente spesso scettico nei confronti della linea aggressiva spesso sostenuta dall'attuale candidata alla Casa Bianca.

Biden, dopo mesi di riflessioni, decise nell'ottobre dello scorso anno di non presentarsi alle primarie contro Clinton perché segnato dalla morte del figlio Beau. La sua, però, fu anche una scelta razionale: sentiva di essere ormai «fuori tempo massimo» per lanciare la campagna elettorale per la nomination, come ammesso in alcune interviste, e, inoltre, i segnali che arrivavano dall'establishment, dai grandi finanziatori e dall'elettorato erano chiari: i democratici volevano candidare Hillary Clinton.



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