giovedì 2 giugno 2022
Polemiche in Parlamento per la legge che deve introdurre il farmaco (sempre con l’obbligo di comunicazione al partner) e prezzi altissimi. Intanto il Paese vive il gelo demografico per il 14esimo anno
Bambini giapponesi

Bambini giapponesi - Ansa/Epa

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Davanti al calo incontenibile delle nascite che il rapporto preliminare per l’anno fiscale 2020-2021 diffuso a marzo ha evidenziato per il 14mo anno consecutivo, il governo cerca di correre ai ripari, anche se le anticipazioni e il confronto in corso sulla pillola abortiva mostrano ancora una volta forti resistenze culturali al calo incontenibile delle nascite che il rapporto preliminare per l’anno fiscale 2020-2021 diffuso a marzo ha evidenziato per il 14mo anno consecutivo, il governo cerca di correre ai ripari.

Le iniziative di stimolo a un rilancio demografico sono finora fallite o parzialmente implementate e il risultato è stato un calo dell’1,3 per cento dei nuovi nati, con un numero complessivo di 842.131, nuovo minimo storico. Una tendenza alla cui inversione difficilmente potrà contribuire la discesa dei matrimoni: meno 0,6 per cento lo scorso anno ovvero 525.273. Per questo il governo sta elaborando un nuovo piano che, ha anticipato il premier Fumio Kishida, si baserà su incentivi economici per le giovani copie affinché garantiscano nascita e educazione ai figli.

La situazione difficile si confronta anche con provvedimenti contraddittori, ad esempio la quasi nulla propensione di avvalersi dell’immigrazione per alimentare la forza-lavoro e, attraverso adeguate leve fiscali, continuare a garantire almeno i livelli attuali del welfare. Il dibattito sulla pillola abortiva, ad esempio, resta acceso mentre procede il percorso legislativo per legalizzarla entro l’anno.

Ultimo elemento di contesa, quello che un funzionario del ministero della Salute citato dal quotidiano britannico The Guardian, indica «in via di principio» per chi volesse ricorrevi, «il consenso del coniuge, anche se l’aborto è indotto da un farmaco orale». L’allusione è al consenso finora indispensabile del partner per l’aborto chirurgico (145mila casi nel 2020) in un Paese che è tra i soli 11 al mondo che lo richiedono.

Ancora una volta la realtà nipponica manifesta profonde contraddizioni e una costante predominanza maschile sul piano legale, formale e pubblico, mentre a livello familiare la donna mantiene un ruolo indiscusso. La querelle sembra introdurre anche uno spiacevole aspetto di dipendenza economica dal partner che già si prospetta di fronte al costo della pillola abortiva, circa 100mila yen equivalenti a 720 euro, non coperto dall’assicurazione sanitaria nazionale.

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