martedì 2 maggio 2017
L'Unesco ha adottato a larga maggioranza la controversa risoluzione che nega la sovranità di Israele su una parte di Gerusalemme. Il testo è stato approvato da 22 Paesi. L'Italia ha votato contro
(Foto Ansa d'archivio)

(Foto Ansa d'archivio)

COMMENTA E CONDIVIDI

L'Unesco ha adottato a larga maggioranza la controversa risoluzione, presentata da Algeria, Egitto, Libano, Marocco, Oman, Qatar e Sudan, che si intitola “Palestina Occupata” e nega la sovranità di Israele su una parte di Gerusalemme.
Il testo è stato approvato da 22 paesi. Dieci, tra cui l'Italia, hanno votato contro e 23 si sono astenuti.
La risoluzione è critica verso il governo israeliano anche per vari progetti di costruzione nella Città Vecchia e nei luoghi sacri di Hebron. Inoltre invoca la fine del blocco di Gaza "senza menzionare gli attacchi" di Hamas dalla Striscia di Gaza verso lo Stato ebraico, aggiungono gli israeliani.

Per l'ambasciatore dell'Israele all'Onu, la decisione dell'Unesco "è vergognosa".

Il ministro degli Esteri, Angelino Alfano ha spiegato la sua posizione per il no argomentando che l'Unesco "non può diventare la sede di uno scontro ideologico permanente in cui affrontare questioni per le cui soluzioni sono deputate altre sedi". Israele plaude alla decisione italiana di schierarsi contro la nuova risoluzione su Gerusalemme che, a giudizio israeliano, rigetta la sovranità dello Stato ebraico su qualsiasi parte di Gerusalemme.

Ecco alcuni passaggi del testo della "decisione" adottata del Consiglio esecutivo dell'Unesco. Il testo evidenzia «l'importanza della Città Vecchia di Gerusalemme e delle sue mura per le tre religioni monoteiste». «Ogni misura o azione» assunta «da Israele, la potenza occupante, che voglia modificare il carattere e lo status di Città Santa di Gerusalemme, in particolare, la legge fondamentale su Gerusalemme è nulla» e «va dunque invalidata senza ritardi». La decisione «deplora che le autorità occupanti israeliane non abbiano posto fine agli scavi, i tunnel, i lavori e i progetti condotti di continuo a Gerusalemme-Est, in particolare,
all'interno e nei dintorni della Città Vecchia, che sono illegali rispetto al diritto internazionale». Il testo condanna il rifiuto di Israele di «redigere un resoconto periodico» e la «continua chiusura della Striscia di Gaza». Infine la decisione Unesco deplora «la continuazione degli scavi, lavori, e costruzione di strade private per i coloni e di un muro nella Città Vecchia di Al-Khalil/Hébron, nonché «l'impatto visivo del muro sul sito della Moschea Bilal Bin Rabah/Tomba di Rachele a Betlemme».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: