lunedì 28 luglio 2014
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Domenica scorsa le parrocchie della Cisgiordania hanno pregato per Gaza chiedendo che finisca "la carneficina" e sono stati raccolti anche alcuni aiuti: "Nessuno può portarli all'interno di Gaza, la situazione umanitaria è disastrosa". È quanto riferisce alla Radio Vaticana, padre Mario Cornioli, parroco di Beit Jala in Cisgiordania.Cornioli riferisce quanto dettogli dal parroco di Gaza, padre Jorge Hernandez: "Non c'è un cessate-il-fuoco, ma non stanno bombardando e allora sono usciti. Adesso lui si trova in ospedale, perché ieri è stata bombardata la casa di una famiglia cristiana: la mamma è carbonizzata e a un figlio gli sono state amputate le gambe, sarà portato a Gerusalemme". "Noi - fa sapere - stiamo coordinando l'uscita di questo ragazzo, perché a Gaza è impossibile curarlo: lo Shifa Hospital oltre ad essere bombardato non ha più possibilità di poter accogliere, né curare i numerosissimi feriti. Questo è veramente pazzesco".Per quanto riguarda la consegna degli aiuti dalla Cisgiordania, padre Cornioli spiega: "Nessuno può aiutarli perché i confini sono tutti chiusi, quindi non può entrare nulla. Dentro ci sono un po' di aiuti, non tantissimi: iniziano a scarseggiare anche il cibo, l'acqua e i beni di prima necessità. Nella parrocchia, per esempio, ci sono 900 persone e il parroco non sa più come fare ad aiutarle e sostenerle. Mi raccontava che la situazione sta diventando veramente insostenibile. Siamo tutti in difficoltà". "In questi giorni - prosegue la testimonianza del religioso -, stiamo andando all'ospedale di Gerusalemme a visitare i bambini: ne sono arrivati circa 8 dalla Striscia, sono riusciti ad uscire. È veramente scioccante vedere il terrore negli occhi di questi bambini, c'è chi non parla, chi ha lo sguardo perso nel vuoto, oltre alle varie ferite che hanno. È una situazione insostenibile".
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