sabato 26 gennaio 2013
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​In Francia, prosegue lo scontro frontale attorno alla bozza di legge socialista sulle nozze e adozioni gay. Ieri, una delegazione del movimento nazionale degli oppositori è stata ricevuta nel tardo pomeriggio dal presidente François Hollande, ma in condizioni che hanno suscitato critiche verso l’Eliseo già prima dell’incontro. Solo tre esponenti della “Manifestazione per tutti” hanno potuto varcare per mezz’ora la soglia del palazzo presidenziale. Fra l’altro, appena prima del mediatico ingresso serale all’Eliseo di Florence Cassez, la cittadina francese liberata dalle autorità messicane dopo anni d’ingiusta incarcerazione e tornata in patria come un’eroina. L’Eliseo ha ribadito la propria posizione di fermezza, nonostante la manifestazione di protesta del 13 gennaio che aveva riunito centinaia di migliaia di oppositori (circa un milione, secondo gli organizzatori). All’uscita dall’incontro, Laurence Tcheng, fra i portavoce del movimento, ha assicurato che la mobilitazione proseguirà: «Il presidente ci ha ascoltato attentamente. Gli abbiamo portato la voce della coscienza dei francesi. Per lui, le discussioni in Parlamento basteranno. Non per noi. Non abbiamo ancora una data per una nuova grande manifestazione, ma 8mila volontari restano al nostro fianco. Nell’immediato, contiamo di presentare mezzo milione di firme al Consiglio economico, sociale e ambientale». Un messaggio altrettanto determinato è stato lanciato da Tugdual Derville, responsabile della grande giornata di protesta del 13 gennaio e delegato generale dell’Ong pro-life Alliance Vita: «A breve scadenza, mostreremo che restiamo più mobilitati che mai. La dimostrazione del numero e della qualità è già stata fatta. Dobbiamo ora mostrare la nostra tenacia». Per il leader, Hollande deve «trovare una via d’uscita. Gli elettori di sinistra e di destra attendono il lavoro per tutti, una casa per tutti e constatare che il Parlamento perde tempo con un preteso “matrimonio per tutti” ha un enorme costo politico». Oggi, a Lione, il movimento inaugurerà «un Tour de France sotto forma di grandi meeting regionali». Ma il tempo stringe. L’inizio del dibattito parlamentare è previsto martedì prossimo e le discussioni potrebbero concludersi verso metà febbraio. Domani, invece, sfileranno a Parigi le associazioni favorevoli alla bozza. Intanto, secondo un sondaggio pubblicato dal quotidiano La Croix, quasi la metà dei francesi (45 per cento) desiderano esprimersi per referendum sulla questione, come chiedono pure l’opposizione neogollista e una petizione nazionale di sindaci e assessori forte ormai di quasi 19mila firme.
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