sabato 17 luglio 2021
È rimasto un’ora e mezza nell’area del santuario a discutere all’aperto con decine di fedeli. Per molti è stato un atto per «riparare il legame fra la Chiesa e lo Stato»
Il presidente Macron

Il presidente Macron - Ansa / Epa

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Un presidente francese della Quinta Repubblica nel perimetro del santuario di Lourdes. È successo per la prima volta ieri pomeriggio, nel corso d’una più ampia trasferta di due giorni di Emmanuel Macron nei Pirenei. Una visita «storica, nella discrezione», secondo il quotidiano cattolico transalpino La Croix. Il capo dell’Eliseo è giunto sulla spianata del santuario a metà pomeriggio, accolto da monsignor Antoine Hérouard, delegato apostolico, e da monsignor Olivier Ribadeau Dumas, rettore. Il presidente è rimasto circa un’ora e mezza a discutere all’aperto di religione e altri temi (vaccinazioni, pensioni, handicap, agricoltura) con decine di fedeli, sulla sponda del Gave opposta rispetto alla Grotta di Massabielle.

A livello ufficiale, invece, nessuna dichiarazione. Nei pressi del santuario, il presidente è rimasto pure ad ascoltare un canto d’ispirazione mariana interpretato dagli attori d’uno spettacolo musicale sulle Apparizioni. Un momento turbato all’improvviso dal vociare d’un contestatore che ha apostrofato Macron, definendolo «un ateo di basso rango», prima d’essere fermato.

Non l’unico episodio del genere, in giornata. In ogni caso, altamente simbolica la data scelta. Ieri, si commemoravano l’ultima delle 18 Apparizioni e i 150 anni della benedizione della «basilica superiore», la prima ad essere costruita. In giornata al Santuario s’è tenuta pure la seconda edizione di «Lourdes United in Prayer», pellegrinaggio virtuale mondiale per preservare il legame fra i fedeli e il centro mariano, nonostante la crisi sanitaria che ha drasticamente ridotto l’affluenza di malati e altri pellegrini, mettendo in ginocchio pure l’economia locale attorno ai servizi di accoglienza. Non a caso, a Lourdes, Macron ha incontrato ieri pure i rappresentanti politici ed economici locali, promettendo un prolungamento degli aiuti di Stato.

A livello politico, la visita è stata interpretata da molti nella scia della volontà di Macron di «riparare il legame fra la Chiesa e lo Stato», proclamata nel 2018 in occasione del discorso al Collegio dei Bernardini, davanti ai rappresentanti della Conferenza episcopale transalpina.

Un altro atto, dunque, per smarcarsi ufficialmente da quel laicismo intransigente che nella recente storia francese ha non di rado contagiato le più alte sfere del potere. Inoltre, a meno di 9 mesi dalle prossime presidenziali, c’è chi ha azzardato pure interpretazioni in chiave elettoralistica, dopo gli studi di sociologia elettorale che hanno finora mostrato la fiducia almeno d’una parte dei votanti cattolici verso il leader atipicamente “centrista”.

In questi giorni, fra l’altro, molti commentano la scelta dell’esecutivo di non includere le chiese e gli altri luoghi di culto fra gli spazi pubblici in cui sarà ben presto obbligatorio il “green pass” sanitario.

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