venerdì 11 gennaio 2013
L'ammissione di Hollande: le forze armate francesi hanno avviato un intervento a supporto delle forze governative del Mali, contro i ribelli islamisti. «Parigi non può accettare che si annienti il Paese».
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«Le truppe francesi hanno fornito il loro supporto questo pomeriggio (ieri, ndr) alle unità dell’esercito maliano, per combattere contro elementi terroristi». L’ammissione è arrivata ieri dallo stesso François Hollande che ha dichiarato la sua prima guerra da quando è presidente : la situazione al confine tra il Sud e il Nord del Mali è sempre più tesa e la Francia è ormai in prima linea. «Nel Paese sono presenti dei militari francesi», aveva già confermato una fonte del governo maliano. Con i governativi ci sono anche militari nigeriani e senegalesi. «I ribelli jihadisti cercano di neutralizzare l’esistenza stessa del Paese», ha detto Hollande per giustificare l’intervento francese richiesto da Bamako: «Parigi, come altri suoi partner africani, non può accettarlo. Ho quindi deciso che la Francia risponderà insieme ai suoi partner alle esigenze delle autorità maliane». Hollande ha aggiunto che, visto il contenuto della risoluzione Onu sul Mali, la Francia sta agendo nel rispetto del diritto internazionale e che l’operazione «durerà per tutto il tempo che si renderà necessario».Il ministro della Difesa francese, Jean-Yves Le Drian, aveva invece avuto in mattinata una conversazione telefonica con il segretario alla Difesa Usa Leon Panetta, verosimilmente per annunciargli l’intervento (appoggiato anche da Londra e Berlino), mentre una nota del Quai d’Orsay avverte che «tutti i francesi la cui presenza non è indispensabile in Mali devono lasciare il Paese». Mercoledì, inoltre, il presidente Dioncounda Traoré – che in tv ha annunciato lo stato d’emergenza – è atteso all’Eliseo. L’Onu aveva approvato nelle scorse settimane il dispiegamento di una forza militare africana di 3mila uomini, ma il Consiglio di sicurezza aveva dichiarato di voler ulteriori precisazioni riguardo all’operazione. Inoltre, le truppe africane non dovrebbero arrivare prima di settembre di quest’anno. Ieri, però, dopo una riunione d’emergenza il Consiglio di sicurezza ha chiesto un «dispiegamento rapido» della forza internazionale dopo «il grave deterioramento della situazione».Negli ultimi tre giorni i ribelli jihadisti di Ansar Dine hanno iniziato un’avanzata verso Sud alla quale l’esercito regolare maliano ha provato a opporsi. Secondo testimonianze le due fazioni si sono «scontrate direttamente» nelle località di Konna e Douentza, due centri «strategici» sulla linea del fronte. «La nostra offensiva è cominciata – ha confermato ieri una fonte delle forze militari maliane –. L’obiettivo è quello di riprendere il controllo totale della città di Konna conquistata in precedenza dai ribelli». Il ministro degli Esteri francese, Laurent Fabius, ha ammesso che ieri sono entrati in azione caccia-bombardieri inviati da Parigi, per evitare che si possa «instaurare uno Stato terrorista».Attualmente l’offensiva è guidata dagli jihadisti di Ansar Dine. Ma, dopo il colpo di stato dello scorso marzo, il Nord e due terzi del territorio maliano sono ormai nelle mani anche delle milizie di al-Qaeda nel Maghreb islamico, del Movimento dell’unicità per il jihad in Africa occidentale e del Movimento nazionale per la liberazione dell’Azawad.
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