mercoledì 12 aprile 2017
Fra Diego Begolla è stato ucciso con un coltello nel suo ufficio a La Victoria (Aragua). Ancora scontri con la polizia in diverse città: morto uno studente e 200 feriti.
Francescano assassinato per rubare gli aiuti per i poveri
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Il francescano Diego Begolla, degli Hermanos Franciscanos de la Cruz Blanca responsabile della Casa Hogar a La Victoria, nello Stato di Aragua, in Venezuela, è stato trovato morto all’alba di lunedì, nel suo ufficio. La notizia è stata confermata dalla Conferenza Episcopale del Venezuela. Secondo altre informazioni pervenute all’agenzia Fides dal luogo, sarebbe stato ucciso durante una rapina, in quanto sul collo aveva una ferita d’arma da taglio.

Fra Diego, di nazionalità colombiana, era in Venezuela da più di 15 anni, e svolgeva il suo ministero pastorale presso la Casa dedicata alla cura e all’assistenza degli anziani dei bambini disabili, che ospita 65 persone non autosufficienti. Questo centro lavora a stretto contatto con la Cruz Blanca che fornisce anche viveri e generi alimentari alle fasce sociali più deboli. I ladri infatti hanno portato via le scorte di generi alimentari destinate agli ospiti del centro. Il corpo del sacerdote presentava dei segni di colluttazione, quindi sembra che sia stato anche malmenato prima di essere ucciso.

La polizia ha confermato che sono stati rubati dei pc ed altri oggetti di valore, oltre a tutta la scorta di cibo per gli anziani e i bambini disabili che vi abitavano. Non si fermano, intanto, le proteste di piazza contro il governo di Nicolás Maduro: barricate, copertoni in fiamme sulle strade e scontri con le forze dell’ordine, si sono registrati anche l’altra notte in almeno cinque Stati.

Secondo informazioni raccolte dalla stampa locale e sui social network, a El Paraiso (Stato di Caracas), Los Teques (Miranda), Barquisimeto (Lara), Valencia (Carabobo) dove è stato ucciso uno studente, Maracay (Aragua) si sono registrate concentrazioni di manifestanti, blocchi stradali e cariche della polizia, mentre i vicini appoggiavano la protesta battendo pentole dalle loro finestre, nei cosiddetti «cacerolazos». Per fonti dell’opposizione, circa 200 persone sono rimaste ferite nelle manifestazioni antigovernative del lunedì.

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