giovedì 13 luglio 2017
La corrispondenza, rivelata dal New York Times, proverebbe il coinvolgimento di Donald Jr. nel Russiagate. Lui pubblica i testi. Il presidente è a Parigi, mentre c'è un filmato con gli intermediari
Il primogenito del capo della Casa Bianca Donald jr. Trump (Ansa)

Il primogenito del capo della Casa Bianca Donald jr. Trump (Ansa)

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Emergono dettagli sul New York Times sul possibile coinvolgimento di Donald Trump jr., primogenito del presidente, nel cosiddetto Russiagate, il supposto tentativo attuato dalla Russia per influenzare le presidenziali Usa. Secondo il quotidiano, Donald Jr. era stato informato via email il 3 giugno prima di incontrare l’avvocato russo Natalia Veselnitskaya - da cui riteneva di poter ricevere informazioni in grado di danneggiare Hillary Clinton - che tale materiale fosse parte di un tentativo del governo di Mosca di sostenere la campagna presidenziale del padre.


Il New York Times ha citato tre persone a conoscenza della situazione. Il mittente dell’email sarebbe l’uomo d’affari Rob Goldstone, che ha aiutato ad organizzare l'incontro nel giugno 2016. Goldstone indicò nel messaggio che era appunto il governo russo la fonte di informazioni potenzialmente compromettenti. Interessante anche la risposta del giovane Trump: «I love it», l'adoro. È probabile che l'email sarà di interesse per gli investigatori che indagano per accertare se membri dello staff di Trump abbiano cospirato con il governo di Mosca per influenzare le elezioni presidenziali Usa di novembre scorso. E ieri a sorpresa, pochi minuti prima che fosse lo stesso New York Times a farlo, Donald Jr. ha pubblicato su Twitter i testi delle comunicazioni scambiate con la donna russa. Intanto, mentre la Cnn ha pubblicato un video in cui si vede il presidente Trump insieme ai protagonisti e intermediari russi e britannici della vicenda mentre scherzano tra loro a una cena, Donald Trump nella notte (mentre partiva per Parigi dove stamattina è stato accolto da Macron che lo ha invitato per la festa nazionale francese) ha detto di aver saputo solo un paio di giorni fa dell'incontro fra il figlio maggiore e l'avvocatessa russa che gli aveva promesso materiale compromettente su Hillary Clinton ma non ha attribuito a Donald Jr. alcuna colpa: "Penso che molte persone avrebbero tenuto quell'incontro". Sono alcuni passaggi di una intervista.

Il business di famiglia

Donald Jr., che insieme al fratello Eric guida il business di famiglia, ha ammesso di aver accettato di incontrare l'avvocato perché interessato alle informazioni su Hillary, ma senza alcun riferimento al coinvolgimento del Cremlino. Il primogenito di Trump ha giocato un ruolo di primo piano nel team delle presidenziali del padre e all'appuntamento con la Veselnitskaya si è presentato insieme a Jared Kushner, marito di Ivanka, e a Paul Manafort, che a quel tempo era il manager della campagna elettorale del miliardario.

La commissione Intelligence del Senato degli Stati Uniti vuole avere accesso a documenti di Donald Trump Jr e intende convocarlo a testimoniare. Lo ha fatto sapere una fonte interna alla commissione.

Trump jr: non ne parlai con mio padre

«Ricevetti una mail. Non sapevo cosa aspettarmi, volevo sentire cosa avevano da dire. Tornando indietro, probabilmente avrei fatto le cose un po' diversamente» ha ammesso il primogenito del tycoon in un'intervista alla tv Fox News, sottolineando di non avere detto nulla al padre. Donald Jr ha poi definito «ridicole» le accuse di collusione e sostenuto che l'incontro è avvenuto «quando ancora non c'era questa "russiamania"». «Per me era ricerca sull'opposizione. Avevano qualcosa, forse testimonianze concrete a tutte le storie di cui avevo sentito parlare, Probabilmente nascoste per anni, non solo durante la campagna, quindi ho voluto ascoltarla. Ma non è emerso nulla».

Ecco i contenuti della email

L'email inviata il 3 giugno 2016 da Rob Goldstone a Donald Trump Jr. non avrebbero potuto essere più esplicita: uno degli ex partner d'affari russi dell'attuale presidente statunitense, Aras Agalarov, era stato contattato da un alto funzionario governativo, che gli offriva di fornire alla campagna elettorale di Donald Trump delle informazioni compromettenti sulla rivale democratica, Hillary Clinton. E altrettanto esplicita è stata la risposta del figlio di Trump (che a sua volta ha twittato le email dopo che il New York Times
le aveva pubblicate): "I love it", l'adoro.

Nell'e-mail inviata a Trump Jr. da Goldstone, manager della pop star Emin Agarov, figlio del magnate Aras, si legge: "Emin mi ha
detto di contattarti. Il procuratore generale russo s'è incontrato con il padre di Emin, Aras, e in quell'incontro ha promesso di fornire alla campagna elettorale di Trump alcuni documenti ufficiali e informazioni che metterebbero sotto accusa Hillary Clinton e i suoi legami con la Russia, e sarebbero molto utili a tuo padre. Si tratta ovviamente di informazioni molto sensibili, ad altissimo livello: ma fanno parte del sostegno della Russia e del suo governo a Trump".

Il New York Times ha ottenuto l'intero scambio tra i due. La risposta di Trump Jr. è stata inviata pochi minuti dopo: "Se è come dici, I love it" ha scritto il figlio dell'attuale presidente, ipotizzando poi un incontro alla fine dell'estate. Il figlio del futuro presidente, sottolinea il Times, non appare né sorpreso né disturbato dalla provenienza del materiale e nemmeno dal fatto che fosse in corso uno sforzo del governo russo per aiutare il padre, stando al contenuto dell'email.


Quattro giorni più tardi, dopo una serie di email, viene fissato un incontro per il 9 giugno con l'avvocata russa Natalia Veselnitskaya, presentata come una "rappresentante del governo russo". Trump non vuole essere solo: vuole con sé anche il marito della sorella Ivanka, Jared Kushner, consigliere influente del padre, e Paul Manafort, l'allora manager della campagna elettorale di Trump.

Il 9 giugno 2016, l'avvocata russa siede nell'ufficio di Trump Jr., al 25esimo piano della Trump Tower di Manhattan, a New York,
sotto l'ufficio del futuro presidente. "La natura delle informazioni rivelate non è chiara. Non ci sono prove che fosse legata alla violazione dei sistemi informatici che portò alla pubblicazione di centinaia di email della campagna elettorale di Clinton" scrive il Times. "Ma nei giorni passati, molte delle spiegazioni inizialmente fornite dagli organizzatori dell'incontro sono state contraddette da quanto scritto nelle email".

Lo scambio di email, scrive il Times, mostra il forte desiderio di Trump Jr. di ottenere informazioni compromettenti su Clinton,
con l'aiuto esplicito del governo russo. Saputo che il Times stava per pubblicare lo scambio di e-mail, invece di rispondere
alla richiesta di commentare la vicenda, Donald Trump Jr. ha pubblicato su Twitter le e-mail, "per essere totalmente
trasparente". Ha poi aggiunto che l'avvocata, che "non è una funzionaria governativa, come lei stessa ha detto pubblicamente",
"non aveva informazioni da fornire e voleva parlare delle adozioni" di bambini russi, bloccate dal presidente Vladimir Putin in risposta al Magnitsky Act, una legge statunitense firmata da Barack Obama per punire alcuni funzionari russi, presunti responsabili della morte in carcere di un avvocato russo, Sergei Magnitsky.

Il ministro degli Esteri russo Sergeij Lavrov ha ribadito che la Russia non si è intromessa nelle presidenziali Usa e ha detto di aver appreso "con sorpresa" le accuse che vengono addebitate a Trump jr. Lavrov ha inoltre sottolineato che non ci sono prove che accreditino il cosiddetto Russiagate.

Visita a Londra rinviata

Secondo fonti interne alla Casa Bianca è stata rinviata al 2018, la visita di Donald Trump in Gran Bretagna. Del viaggio del presidente americano nel Regno Unito si parla da tempo, soprattutto da quando il 27 gennaio scorso la premier britannica Theresa May è andata alla Casa Bianca, diventando la prima leader straniera a incontrare Trump a pochi giorni dalla sua elezione. Contro la visita del presidente americano, in Gran Bretagna ci sono state proteste e mobilitazioni: oltre 1 milione di persone hanno già firmato una petizione per fermarla.

Dopo l’attentato al London Bridge del mese scorso, e le provocazioni contro il sindaco di Londra Sadiq Khan giunte dal capo della Casa Bianca, il primo cittadino della capitale era arrivato a dichiarare: "Non credo che dovremmo srotolare il tappeto rosso per il presidente degli Stati Uniti nel momento in cui le sue politiche vanno contro tutto quello che stiamo facendo". Il ministro degli Esteri britannico, Boris Johnson, aveva fatto sapere di non avere motivo di annullare la visita di Trump, il quale però vorrebbe evitare ulteriori proteste contro di lui.

Cena alla Torre Eiffel

Di certo c’è invece che giovedì sera Trump sarà a Parigi, dove cenerà con il presidente francese Emmanuel Macron al ristorante Jules Verne di Alain Ducasse, al primo piano della Torre Eiffel. Il giorno seguente, Macron e Trump assisteranno alla tradizionale parata per la Festa Nazionale del 14 luglio sugli Champs-Elysées nella capitale. Quest'anno, sul celebre viale parigino, sfileranno anche i soldati americani per celebrare il centenario del loro impegno nella Grande Guerra, come anche le forze francesi impegnate contro il Daesh in Siria e Iraq. In totale, 3765 uomini solcheranno il viale, tra l'Arco di Trionfo e Place de la Concorde, dov'è stato allestito il parco presidenziale per Trump e Macron.


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