sabato 10 luglio 2021
Per l’Agenzia europea del farmaco (Ema) i quattro vaccini autorizzati proteggono dalla variante Delta. Secondo altri studi la reazione immunitaria sarebbe persistente per anni
Pfizer punta sulla terza dose, ma diversi studi le danno torto. Usa ed Europa prendono tempo: deciderà la scienza

Pfizer punta sulla terza dose, ma diversi studi le danno torto. Usa ed Europa prendono tempo: deciderà la scienza - Reuters

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Pfizer spinge per l’approvazione di una terza dose di vaccino contro il Covid-19, ma le autorità sanitarie americane dicono "no, grazie", e prendono tempo. È la prima volta che il governo Usa contraddice palesemente una delle compagnie farmaceutiche responsabili della produzione di un siero contro il coronavirus. In sintesi, la posizione dei responsabili dei Centers for disease control and prevention (Cdc), della Food and drug administration (Fda) e del National institutes of health (Nih) è che spetterà alla scienza, in base a studi verificati, e non a una compagnia farmaceutica a scopo di lucro, decidere se e quando gli americani avranno bisogno di un richiamo.
Pfizer sostiene che l’efficacia del suo vaccino è stata erosa dalla variante Delta, citando dati che gli scienziati esterni devono ancora vedere. Ciò include un’analisi del governo israeliano che non è ancora stata esaminata dalla comunità scientifica e le cui conclusioni sono state messe in dubbio da molti esperti.

«Mentre la protezione contro le malattie gravi è rimasta elevata per sei mesi, il calo osservato dell’efficacia contro la malattia sintomatica e la continua comparsa di varianti guidano la nostra convinzione che sarà probabilmente necessaria una dose di richiamo per mantenere i più alti livelli di protezione», ha detto Pfizer in una nota. Per concludere che presenterà alle autorità di regolamentazione entro alcune settimane prove che una terza iniezione a sei mesi dalla prima fa aumentare i livelli di anticorpi da cinque a 10 volte rispetto al regime a due dosi. Moderna ha annunciato dati simili a maggio.

Le affermazioni delle due aziende contraddicono altre ricerche e diversi esperti hanno respinto l’affermazione, temendo che sia guidata più dal desiderio di fare profitti che da ragioni scientifiche. Pfizer a maggio ha previsto che le vendite del suo vaccino contro il coronavirus raggiungeranno i 26 miliardi di dollari nel 2021 e ha annunciato ai suoi azionisti l’intenzione di quasi decuplicare i suoi prezzi. Finora Pfizer ha venduto il vaccino al governo Usa a 19,50 dollari per dose, ma Frank D’Amelio, vicepresidente esecutivo dell’azienda, ha sostenuto che la cifra salirà a 150 o 175 dollari. «Ovviamente, otterremo di più – ha affermato a febbraio –. Quindi chiaramente, c’è un’opportunità significativa per quei margini di migliorare».

La variante Delta, identificata per la prima volta in India, è considerata circa il 60% più contagiosa dell’Alpha, la versione del virus che ha colpito la Gran Bretagna e gran parte dell’Europa all’inizio di quest’anno, e sta causando epidemie in molti Paesi dalla Malesia all’Indonesia, dall’Australia a molte nazioni africane. È anche la variante dominante negli Stati Uniti.

Ma i contagi coinvolgono quasi esclusivamente persone non vaccinate o che hanno ricevuto una sola dose. I funzionari sanitari in Israele hanno calcolato che la vaccinazione completa con Pfizer-BioNTech offre solo il 64% di efficacia contro la variante Delta. Ma queste stime sono state contraddette da una serie di altri studi che hanno scoperto che il vaccino è altamente efficace nel prevenire l’infezione di tutte le varianti.

Uno recente ha mostrato, ad esempio, che i vaccini mRNA come quello di Pfizer innescano una reazione immunitaria persistente nel corpo che può proteggere dal coronavirus per anni. Un altro, francese, indica che due dosi di vaccino sono fortemente protettive contro tutte le varianti. «Un processo rigoroso e basato sulla scienza – ha tagliato corto ieri il ministero per la Salute Usa – determinerà se e quando i richiami saranno necessari».

E anche l’Ema, l’agenzia europea del farmaco, ha confermato che «i 4 vaccini autorizzati nell’Unione Europea proteggano contro tutti i ceppi che circolano in Ue, compresa la variante Delta». «Ciò evidenzia l’importanza di un ciclo completo di vaccinazione» spiegano. È prematuro, secondo l’ente regolatorio europeo, dire se e quando servirà invece la terza dose.




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