martedì 11 febbraio 2020
Dei 108 nuovi decessi (mai così tanti in un giorno), 103 nell'Hubei. Sileri: oggi partirà il volo per far rientrare in Italia il 17enne bloccato in Cina. Migliora la coppia allo Spallanzani
Test di laboratorio sul coronavirus a Wuhan, in Cina

Test di laboratorio sul coronavirus a Wuhan, in Cina - Ansa

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Sarà il caldo primaverile, come avrebbe confidato Xi a Trump, a sconfiggere il nuovo coronavirus in Cina? Oppure la fine dell'incubo arriverà dai laboratori di ricerca che stanno mettendo a punto un vaccino? Le uniche certezze finora sono l'aumento costante del numero delle vittime e l'arrivo del contagio in ogni continente, anche se quello più colpito resta l'Asia, dove la gran parte dei casi si registra nella provincia cinese dell'Hubei, da cui il virus è partito. Chi certo non getta acqua sul fuoco è l'Oms: il direttore generale Tedros Adhanom Ghebreyesus, nella conferenza stampa quotidiana a Ginevra in cui aggiorna sugli sviluppi dell'epidemia, ha detto: "Il mondo si svegli e consideri questo virus il nemico pubblico numero uno. Sinceramente", ha proseguito, "un virus è più potente di qualsiasi attacco nel creare sconvolgimenti politici, sociali ed economici".

Da Roma spiragli di speranza per i due pazienti in rianimazione, mentre restano buone le condizioni dell'unico contagiato italiano. I medici dell'ospedale Spallanzani rendono noto che «sono migliorate le condizioni generali dei coniugi cinesi. In particolare l'uomo, ha una partecipazione attiva alla respirazione. Siamo cautamente ottimisti». Sono stati valutati finora, allo Spallanzani, 58 pazienti. Di questi, 46, risultati negativi al test sono stati dimessi».

Il viceministro alla Salute Pierpaolo Sileri ha detto che partirà oggi il volo dell'Aeronautica militare per fare rientrare Niccolò, il 17enne italiano bloccato nei pressi di Wuhan. «La notizia più importante - ha aggiunto -, un'ottima notizia, è che in Italia non circola il coronavirus: non vi è alcun caso italiano infettato in Italia. I casi nel nostro Paese rimangono tre, i due turisti cinesi e il 27enne riportato da Wuhan la scorsa settimana».

Cina, oltre mille morti: 108 in un giorno (mai così tanti)

Pechino ha reso noto che il numero di infezioni confermate in Cina ha raggiunto quota 42.638 a livello nazionale, con quasi 2.500 nuovi casi segnalati, mentre sono 108 i nuovi decessi (mai così tanti in un giorno), di cui 103 nella provincia di Hubei. La triste conta delle vittime a livello nazionale è di 1.016 morti. Resta fermo a due il numero dei decessi fuori dalla Cina continentale (uno a Hong Kong e l'altro nelle Filippine).

Nuovo caso in California, negli Usa salgono a 13 i contagi

Aumentano i casi di contagio anche negli Stati Uniti, dove comunque i numeri restano esigui. Il virus è arrivato a San Diego, dove un paziente è risultato positivo al secondo test di controllo. Si tratta di una tra le centinaia di persone evacuate dalla Cina e messe in isolamento nelle basi militari. Un'altra persona è stata ricoverata per controlli. Entrambi stanno bene e hanno sintomi lievi. Si tratta del settimo caso confermato di nuovo coronavirus in California, il 13esimo negli Usa. La persona contagiata è arrivata a Miramar mercoledì scorso da Wuhan, la città epicentro dell'epidemia. I cittadini statunitensi rimpatriati vengono trattenuti in quarantena nelle basi militari di California, Texas e Nebraska.

Trump: Xi mi ha detto che il caldo ucciderà il virus

E dagli Stati Uniti sono arrivate ieri sera le parole ottimistiche del presidente Donald Trump. «Ho avuto un lungo colloquio con il presidente Xi due notti fa - ha detto durante un evento alla Casa Bianca, riferendosi al leader cinese - e lui è molto fiducioso. Pensa che entro aprile o durante il mese di aprile il caldo ucciderà questo tipo di virus».

«Entro tre mesi testeremo il vaccino»

Due o tre mesi per il primo test del vaccino contro il coronavirus 2019-nCov, condotto su un piccolo numero di persone per verificarne la sicurezza: lo ha detto in un'intervista all'Ansa Anthony Fauci, fra i più celebri immunologi del mondo e direttore dell'istituto statunitense per lo studio delle malattie infettive Niaid (National Institute of Allergy and Infectious Diseases). «Stiamo lavorando con l'azienda biotecnologica Moderna e con la Coalion for Epidemic Preparedness Innovation (Cepi)». Ma il direttore dell'Oms precisa: "Il primo vaccino contro il nuovo coronavirus potrebbe essere pronto entro 18 mesi".

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