sabato 1 febbraio 2020
Anche l'Australia chiude le frontiere, rimpatri per i cittadini europei. La Cina riporta in patria coloro che si trovano bloccati all'estero . L'Oms teme «epidemie interne in altri Paesi»
Intere città cinesi appaiono spettralmente vuote: una donna in lacrime sul ponte del Fiume Azzurro a Jiujiang, nella provincia di Jiangxi

Intere città cinesi appaiono spettralmente vuote: una donna in lacrime sul ponte del Fiume Azzurro a Jiujiang, nella provincia di Jiangxi - Reuters

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La diffusione del nuovo coronavirus supera ormai nei numeri quella della Sars. In Cina i casi confermati sono oltre 11mila - un centinaio in altri 22 Paesi - mentre furono 8.100 quelli dell'epidemia dei primi anni 2000, che uccise 774 persone. Al momento i decessi, confinati alla sola Cina, sono 259 con una drastica e preoccupante accelerazione negli ultimi giorni. E con suoi 46 nuovi decessi e i suoi 2.102 nuovi casi confermati, venerdì è stata la giornata con il bollettino più grave dell'epidemia di coronavirus di Wuhan. Inoltre, secondo l'Organizzazione mondiale della sanità "i Paesi devono prepararsi" per "identificare i casi il più presto possibile ed essere pronti per un controllo interno delle epidemie, se ciò accade". Lo ha dichiarato il rappresentante dell'Oms a Pechino, Gauden Galea.

ILa Cina, invece, è ormai quasi blindato via terra e via aerea: continua ad allungarsi infatti la lista di Stati e compagnie aeree che hanno deciso lo stop ai voli da e verso il gigante asiatico. Il contagio continua però a diffondersi anche nel resto del mondo, sebbene con numeri contenuti, anche attraverso preoccupanti contagi da persona a persona.

Un uomo sparge disinfettante con un drone a Pingdingshan, nella provincia di Henan

Un uomo sparge disinfettante con un drone a Pingdingshan, nella provincia di Henan - Ansa

In Germania un bambino è stato infettato dal padre, in quello che appare essere il primo caso su un paziente così piccolo. Ora tutta la famiglia, compresi altri due fratellini, sono sotto osservazione. Il padre è dipendente dell'impresa bavarese Webasto attorno alla quale ruota il maggior numero dei 6 casi tedeschi, colpiti dal virus dopo la visita in azienda di una donna cinese, risultata poi affetta una volta tornata in Cina. È delle ultime ore anche la notizia dei primi due contagiati in Gran Bretagna, anche questi membri di una stessa famiglia. In Europa si contano poi, oltre ai due turisti cinesi ricoverati a Roma, altri 6 casi in Francia e uno in Finlandia.

Gli esperti del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, riunitosi a Bruxelles, hanno invitato i Paesi Ue a innalzare il livello di allerta nei punti di ingresso del Vecchio Continente, ma anche sulla trasmissione 'autoctona'. E la presidenza di turno croata ha attivato il meccanismo di coordinamento per le crisi del Consiglio Ue per facilitare lo scambio di informazioni e rafforzare la cooperazione.

La mappa del contagio in tempo reale

Gli scienziati della Johns Hopkins University hanno elaborato una tabella per osservare la diffusione mondiale dell’epidemia. I dati sono raccolti da varie fonti — Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), Usa Centers for Disease Control and Prevention, Ecdc China, Nhc e altri — e uniti a quelli di DXY, un sito web cinese che aggrega i rapporti sulla situazione di istituzioni locali, fornendo le stime dei casi regionali più importanti (decessi confermati, sospetti, recuperati). La tabella fornisce un aggiornamento sulla situazione dell'epidemia mentre si sviluppa.

Anche in Russia sono stati individuati i primi due casi, sempre di cittadini cinesi. Il presidente Vladimir Putin ne ha discusso in un Consiglio di sicurezza russo, al termine del quale ha offerto al leader cinese Xi Jinping collaborazione "per superare quanto prima questo comune pericolo". Un pericolo contro il quale però solo oggi le autorità di Wuhan, la megalopoli cinese epicentro del nuovo virus, hanno ammesso di aver agito in ritardo.

Il Giappone e la Thailandia sono i Paesi fuori dalla Cina più colpiti con 14 casi confermati ciascuno, Singapore ne ha 13, l'Australia e Taiwan 9. Poi ancora, tra gli altri, in Malaysia, Corea del Sud, Vietnam, Emirati, Canada, Cambogia, India, Nepal, Filippine e Sri Lanka. Negli Stati Uniti i contagi confermati sono 6: un caso sospetto è stato segnalato a New York su un uomo asiatico di circa 50 anni ricoverato in ospedale, ma il dipartimento della sanità smentisce al momento casi di coronavirus nella Grande Mela.

Oggi anche l'Australia ha varato misure per non consentire l'accesso nel Paese agli stranieri non residenti
in arrivo dalla Cina. A partire da oggi, l'ingresso sarà consentito solo a "cittadini australiani, residenti nel Paese, persone a carico, tutori legali o coniugi". Lo ha annunciato il premier Scott Morrison. Le misure per avviare il blocco "sono in fase di completamento", ha detto il premier. Stesso provvedimento era stato preso ieri sera anche dagli Stati Uniti, dove Donald Trump ha dichiarato l'emergenza nazionale e dove almeno 190 persone sono in osservazione perché presentano sintomi sospetti.

Tutti negativi invece i test sui 70 casi sospetti che avevano allarmato la Turchia. Come altri Paesi, anche Ankara ha fermato i voli da e per quattro città cinesi e ha inviato un aereo a recuperare i propri cittadini in Cina. E sono già rientrati in patria in mattinata circa 200 francesi su un aereo militare inviato da Parigi e 83 britannici che hanno volato con 27 persone di altre nazionalità su un charter messo a disposizione da Londra. Sono in corso anche le operazioni di evacuazione dei tedeschi, mentre arriveranno lunedì a Pratica di Mare i 70 italiani rimpatriati da Wuhan. Per tutti, al rientro è previsto un periodo di quarantena di almeno 14 giorni, il tempo di incubazione del virus, in strutture isolate.

E dopo il blocco dei voli, anche la Cina corre ai ripari per rimpatriare i propri cittadini rimasti bloccati all'estero e provvederà a farli rientrare con aerei charter.

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