lunedì 7 agosto 2017
La nuova risoluzione Onu, promossa da Washington, potrebbe costare a Pyongyang un miliardo di dollari. Il ministro degli Esteri Ri Yong-Ho: «Un crimine violento conto il nostro popolo»
Il regime annuncia vendetta per le sanzioni: «Gli Usa pagheranno»
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Il regime di Pyongyang non ha gradito le nuove sanzioni disposte dall'Onu alla Corea del Nord e minaccia vendetta contro gli Stati Uniti. «Siamo pronti a rispondere con azioni molto più forti - si legge in una dichiarazione dei vertici del regime diffusa dalla Korean Central News Agency - affinché gli Usa paghino a caro prezzo il loro violento crimine contro il nostro Paese e il nostro popolo». Una risposta che arriva a seguito dell'incontro tra il ministro degli Esteri Ri Yong-Ho e il suo omologo sudcoreano a margine di un forum dell'Asean a Manila. Circostanza in cui il "segretario di Stato" di Pyongyang aveva già respinto ogni possibilità di dialogo sul programma nucleare.

La minaccia nucleare di Pyongyang

Sottolineando che non verrà scosso dalle nuove sanzioni, il governo di Pyongyang ha avvertito poi che insisterà con il suo programma nucleare. «Se i nemici credono che la Corea del Nord possa essere frenata dalle sanzioni, non è altro che un'illusione. Finché gli Stati Uniti continueranno con la loro politica ostile e il ricatto nucleare, non sposteremo un piede dal nostro cammino verso il rafforzamento della nostra forza nucleare» ha insistito il ministro degli Esteri.

Le sanzioni Onu volute dagli Usa

Il provvedimento approvato dalle Nazioni Unite potrebbe costare alla Corea del Nord circa un miliardo di dollari annuali di introiti
dall'export. La risoluzione, proposta dagli Stati Uniti, ha l'obiettivo di costringere la Corea del Nord a negoziare il suo programma
nucleare e balistico, dopo l'ultimo test compiuto su un missile intercontinentale, il 4 luglio scorso. La decisione però ha avuto solo l'effetto di alzare il livello delle minacce del governo di Kim Jong Un: «Se gli Stati Uniti credono di essere al sicuro perché ci separa l'oceano, si sbagliano» si legge in una dichiarazione ufficiale del governo nordcoreano.

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