sabato 7 ottobre 2017
Erano in una fossa comune. Fatti prigionieri dai terroristi non vollero abiurare alla fede in Cristo e furono massacrati
Il ricordo dei 21 cristiani egiziani assassinati dal Daesh in Libia

Il ricordo dei 21 cristiani egiziani assassinati dal Daesh in Libia

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I resti di 21 cristiani copti uccisi, perché non hanno voluto convertirsi, in Libia nel 2015 dai jihadisti dello Stato islamico (Isis o Daesh) sono stati rinvenuti in una fossa comune situata nei pressi della città di Sirte, ex roccaforte degli islamisti nel Paese. Lo ha annunciato oggi l'unità di lotta al crimine organizzato di Misurata che risponde al ministero dell'Interno del governo di accordo nazionale di Tripoli.

I corpi di "20 uomini di nazionalità egiziana e di un uomo di una nazionalità africana non nota sono stati ritrovati grazie alle confessioni dei jihadisti del Daesh catturati" durante la battaglia per riconquistare Sirte, è stato precisato in un comunicato.

La fossa comune è stata scoperta venerdì 7 ottobre mattina. "Le teste sono separate dai corpi vestiti con tute arancione, mani legate dietro la schiena con filo di plastica", ha aggiunto il ministero. I resti delle vittime sono stati trasferiti a Misurata e affidati a un medico legale.

Il 15 febbraio del 2015 il Daesh diffuse un video su internet in cui mostrava la decapitazione degli uomini presentati come 21 cristiani copti, in maggioranza egiziani, sequestrati il mese precedente nell'Ovest della Libia.

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