Un tempismo sospetto, in un momento internazionale «delicato»
martedì 23 maggio 2017

Sarà che nei giorni scorsi ai soliti appelli a colpire in Occidente, «dovunque e in ogni modo» da parte della propaganda del Daesh si era uscito anche il rampollo di casa Benladen, Hamza, rivendicando in questo modo un ruolo ormai di vertice nella gerarchia di al-Qaeda. Sarà che probabilmente a colpire è stato uno dei tanti foreign fighter britannici tornati dal fronte siriano: chi ha dimenticato il decapitatore "Jihadi John" o il "giornalista Cantlie", avanguardia di una nutrita schiera di britannico andata ad arricchire il fronte del Califfato.

Sarà un caso, forse, ma l'attentato dell'altra notte a Manchester arriva in un periodo internazionale denso di appuntamenti e per questo si arricchisce di molti significati. Solo tre giorni fa Trump ha siglato accordi militari con l'Arabia Saudita (da tempo bersaglio di al-Qaeda e da anni di Abu Bakr al-Baghdadi), domenica ha chiamato all'alleanza contro il jihadismo (dimenticando i toni della campagna elettorale) molti Paesi con governi sunniti. Domani sarà dal Papa e nel fine settimana al G7. Ed è proprio questo G7 (non si sa ancora se volontariamente o involontariamente) sicuramente uno dei bersagli. Almeno a livello di propaganda. Il terrorismo internazionale, la lotta al Daesh e l'offensiva che langue a Mosul e Raqqa, faranno il loro prepotente ingresso nell'agenda dei sette Grandi. Con ulteriore esposizione mediatica e per sancire che, se la strategia è cambiata (basta controllo del territorio da parte del Daesh ma ritorno ai metodi "tradizionali"), l'obiettivo resta immutato: dimostrare di essere in grado di far male e terrorizzare l'Occidente.

Inoltre - anche se ci sarebbero molti altri elementi (prima fra tutti l'ulteriore abbassamento dell'età del "target" andando a colpire ragazzini e ragazzine, fingendo - perché l'ideologia non c'entra proprio - in questo modo di punire la loro frequentazione di abitudini "blasfeme") - l'attentato al concerto britannico ha certamente anche uno scopo "interno". Non si può arrivare (almeno per ora) all'eteroguida esterna finalizzata a questo. Ma sicuramente la "chiamata" a colpire proprio in questo periodo elettorale c'è stata. Come del resto avvenuto in prossimità del voto francese e (si teme) anche per quello tedesco di settembre.

L'8 giugno la Gran Bretagna e la sua premier Theresa May dovrebbero rafforzare la componente conservatrice all'interno di Westminster. Per operare più in "tranquillità" nei successivi passi verso la Brexit. Questo attacco va a colpire in prossimità. Rafforzando forse il "fronte interno", di fatto però ricordando che l'attacco a Westminster dell'auto-ariete non era stato certo un episodio opera di un qualsiasi "lupo solitario".

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