lunedì 24 luglio 2017
Nuovo appello di monsignor Juan José Aguirre Muños. La città da mesi è al centro di assalti da parte dei cosiddetti anti-Balaka che prendono di mira la componente musulmana. Ucciso anche un Casco blu
Miliziani anti-Balaka nella zona dell'aeroporto di Bangui (Ansa/Ap)

Miliziani anti-Balaka nella zona dell'aeroporto di Bangui (Ansa/Ap)

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“La metà della popolazione di Bangassou è fuggita, rifugiandosi nella vicina Repubblica democratica del Congo. Gli scontri continuano da giorni” dice all’agenzia Fides monsignor Juan José Aguirre Muños, vescovo di Bangassou, nel sud della Repubblica Centrafricana. La città da mesi è al centro di assalti da parte dei cosiddetti anti-Balaka che prendono di mira la componente musulmana della sua popolazione.
“Duemila musulmani sono accolti nel recinto della cattedrale difesi dai militari marocchini della Minusca (Missione Onu in Centrafrica)” dice Aguirre. “Ma gli anti-Balaka imperversano a Bangassou colpendo i musulmani in tutti i modi, cercando di ucciderli, di impedire loro di approvvigionarsi di cibo, acqua e legna per cucinare. Gli scontri sono continui e provocano morti da una parte e dell’altra”.
“Questa mattina (24 luglio, ndr.) due anti-balaka hanno tentato di entrare nel campo di rifugiati ma sono stati respinti dalla Minusca ed uno di loro è stato ucciso” riferisce Aguirre.
Lo scorso fine settimane si sono avuti scontri e episodi gravissimi di violenza, che hanno portato alla morte anche di un Casco Blu marocchino. “Tutto è iniziato venerdì 21 luglio quando gli anti-balaka hanno rapito una giovane musulmana incinta” dice monisgnor Aguirre . “In risposta al rapimento una quindicina di giovani musulmani estremisti hanno sequestrato due operatori umanitari della Caritas con le loro famiglie, una trentina circa di persone. La Monusca reagito liberando queste persone. Il gruppo ha replicato attaccando la cattedrale, che ha subito gravi danni materiali, cercando di darle fuoco. Per fortuna non ci sono riusciti”.
“La Minusca cerca di controllare la situazione mandando pattuglie nelle strade che sparano colpi d’avvertimento in aria che però provocano il panico tra la popolazione; alcune persone sono morte d’infarto, mentre altre sono rimaste ferite dai colpi vaganti” riferisce il vescovo. LA Minusca in un comunicato ha affermato d’impegnarsi per catturare questo gruppo di giovani radicali che sta mettendo in pericolo il resto della comunità musulmana. Intanto, proprio un componente del contingente Onu è stato assassinato. Un casco blu marocchino è rimasto infatti ucciso dopo che una milizia armata ha attaccato un convoglio delle Nazioni Unite, di guardia ad alcuni serbatoi d'acqua. A riferirlo il contingente Onu Minusca.
Altri tre caschi blu, sempre marocchini, sono rimasti feriti nell'attacco, avvenuto nel Bangassou, nel sudest del Paese. La Minusca ha attribuito la responsabilità dell'accaduto alle forze armate cristiane anti-balaka.

La nazione, ricca di diamanti, è in crisi dal 2013, quando i ribelli musulmani Seleka hanno spodestato il presidente Francois Bozize,
causando l'inizio del conflitto con le milizie anti-Balaka. La violenza ha costretto un milione di persone, circa un quinto della popolazione, ad abbandonare le proprie case.

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