martedì 28 luglio 2020
In occasione della Giornata mondiale contro la tratta, Caritas internationalis e Coatnet denunciano: «Una realtà preoccupante per le persone vulnerabili che sono a rischio tratta»
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In occasione della Giornata mondiale contro la tratta di persone, Caritas Internationalis e Coatnet (rete di 46 organizzazioni cristiane impegnate nella lotta alla tratta di esseri umani) sollecitano i governi a intensificare gli sforzi per identificare le vittime della tratta e dello sfruttamento, il cui numero cresce in maniera preoccupante a causa della pandemia di Covid-19.​

"In questo momento di diffusione del Covid-19, denunciamo una realtà preoccupante per le persone vulnerabili che sono maggiormente a rischio di divenire vittime della tratta", afferma il segretario generale di Caritas Internationalis, Aloysius John.

Secondo l'Organizzazione internazionale del lavoro (Oil), oggi nel mondo vi sono più di 40 milioni di vittime della tratta di esseri umani e dello sfruttamento. Una situazione già critica, che l'attuale crisi sanitaria ha aggravato, a causa della mancanza della massiccia perdita di lavoro derivante dalle misure governative poste in essere per prevenire la diffusione del Covid-19.

La mancanza di libertà di movimento causata dal confinamento e dalle restrizioni di viaggio adottati in molti Paesi si è tradotta in una minore possibilità di fuggire e di trovare aiuto per le vittime della tratta di esseri umani. Ciò è vero in particolar modo per le molte vittime della tratta a scopo di sfruttamento sessuale. I lavoratori domestici affrontano maggiori rischi economici, ma anche fisici e psicologici, poiché durante questa pandemia sono ancora più esclusi dalla società.

Gabriel Hatti, presidente dell'ufficio Medio Oriente e Nord Africa di Caritas, denuncia anche la difficile situazione vissuta in Libano e in altri Paesi del Medio Oriente da "molti filippini e altri lavoratori stranieri, che stanno lottando per tornare a casa dopo aver perso il lavoro a causa del Covid-19 e dell'attuale crisi economica. Ora sono in fila di fronte alle loro ambasciate, senza alcun supporto sociale o protezione psicologica e molti di loro sono perfino privi di un qualunque status legale".

A causa delle misure restrittive è inoltre più difficile per le associazioni e le autorità identificare le vittime di tratta e sfruttamento, molti dei quali sono bambini. Durante la pandemia sono infatti aumentati i casi di violenza ai danni dei minori e il numero di bambini vittime dello sfruttamento online, al quale sono esposti soprattutto quando seguono lezioni a distanza con scarsa supervisione da parte dei genitori.

Durante il lockdown in India, ad esempio, sono stati segnalati alle autorità 92.000 casi di abusi su minori nell'arco di soli 11 giorni. Anche i bambini di famiglie economicamente disagiate potrebbero essere costretti a chiedere l'elemosina per le strade, essendo così esposti a un alto rischio di sfruttamento.

"Le vittime della tratta di esseri umani necessitano un'attenzione immediata", ha aggiunto John. Durante questa pandemia di Covid-19, Caritas Internationalis e Coatnet esortano i governi a fornire queste persone accesso alla giustizia e ai servizi di base, in particolare centri di accoglienza e linee di supporto dedicate, e a mettere al tempo stesso in atto misure urgenti e mirate per sostenere i lavoratori nei settori informali.

"Chiediamo inoltre alle istituzioni e alle organizzazioni della società civile di proteggere i bambini dagli abusi e dallo sfruttamento, che avviene anche attraverso Internet e i nuovi media, e chiediamo a tutte le persone di buona volontà di essere vigili e di denunciare i casi di sfruttamento e di tratta di esseri umani", ha concluso il segretario generale di Caritas Internationalis.

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