martedì 13 settembre 2022
Inviato per la quarta volta da papa Francesco, il cardinale ha raggiunto il Paese alla guida di un pulmino carico di aiuti umanitari, che sarà poi donato per distribuire i viveri
Il cardinale Krajewski a Bucha in un suo viaggio in Ucraina

Il cardinale Krajewski a Bucha in un suo viaggio in Ucraina - Vatican Media /Ansa

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È entrato in Ucraina nelle scorse ore il cardinale Konrad Krajewski, prefetto del nuovo dicastero per il Servizio della carità, che torna per la quarta volta, su incarico di papa Francesco, nel Paese in guerra.

Una missione di «conforto e speranza» per «visitare varie comunità e testimoniare concretamente la vicinanza del Papa e della Chiesa», ha ricordato lo stesso Pontefice domenica all’Angelus invitando a «pregare per il popolo ucraino». Mentre Francesco faceva di nuovo sentire la sua voce da piazza San Pietro per una nazione ferita, Krajewski era in Polonia, nel villaggio di Kalwaria Paclawska, non distante dal confine con l’Ucraina.

«Il Santo Padre – ha detto durante la Messa – desidera fortemente essere accanto a Odessa, Zhytomyr e Kharkiv e stare con tutti coloro che vi sono rimasti, a cominciare da vescovi, sacerdoti e famiglie religiose che non hanno voluto lasciare la loro gente. E intende farsi prossimo in modo concreto». Infatti il cardinale sta portando viveri e beni di prima necessità offerti dal Papa. Un “carico di carità” stipato nel pulmino che da solo il porporato guida da Roma e che donerà per distribuire gli aiuti. «Quando prevale la logica umana, la guerra divampa – ha sottolineato nella celebrazione di domenica –. Dove invece Dio è messo al primo posto, regnano il perdono e l’amore». Nel viaggio che porterà Krajewski fino nell’Est del Paese, l’inviato del Papa si immergerà di nuovo «nel mistero della sofferenza umana» e toccherà con mano «ciò che di male un uomo può fare verso l’altro», ha evidenziato.

Dopo Odessa e Zhytomyr, il cardinale giungerà nella seconda città dell’Ucraina. «Attendiamo la visita del Papa. Ma intanto l’arrivo del cardinale Krajewski ci dice che Francesco ci è vicino», riferisce don Grygoriy Semenkov, cancelliere della diocesi latina di Kharkiv-Zaporizhzhia. La metropoli di un milione e mezzo di abitanti continua a essere bersagliata dal fuoco di Mosca. «È stata appena bombardata una stazione elettrica e la città è rimasta per tutta la notte senza luce – racconta il sacerdote –. Poi hanno colpito una palazzina ed è morta una persona». Ma agli attacchi dal cielo fanno da contraltare le notizie di villaggi liberati dall’occupazione russa nella regione di Kharkiv. «Sono fatti che provocano grande gioia. Tuttavia i bombardamenti costanti fanno paura. Siamo a due passi dalla frontiera russa e dobbiamo sempre temere il peggio».

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