giovedì 9 gennaio 2020
Non si placa la polemica sul rischio di un'uscita della Gran Bretagna dal programma di scambi, malgrado le rassicurazioni del sottosegretario britannico all'Istruzione
Oggi voto in Parlamento sulla Brexit

Oggi voto in Parlamento sulla Brexit - Reuters

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Non si placa la polemica sul rischio di un'uscita della Gran Bretagna dal programma Erasmus+, in seguito alla Brexit. Malgrado le rassicurazioni del sottosegretario britannico all'Istruzione Christopher Skidmore, il quale ha precisato che non c'è alcuna decisione definitiva ma che la partecipazione del Regno Unito al programma europeo di mobilità studentesca sarà oggetto dei negoziati con l'Ue, il voto espresso ieri dalla Camera dei Comuni continua a far discutere in Italia.

Il Parlamento britannico sta discutendo l'accordo concordato a ottobre fra il governo di Boris Johnson e la Commissione Europea, che riguarda soltanto le misure relative all'uscita vera e propria del Regno Unito dall'Unione. Oggi la Camera dei Comuni britannica ha approvato senza sorprese, in terza e definitiva lettura, la legge attuativa sul recesso dall'Ue con 330 sì e 231 no. Il via libera spiana la strada al governo Tory di Boris Johnson per il divorzio formale di Londra da Bruxelles il 31 gennaio. Ora la palla passa alla
Camera dei Lord, già ammonita da Downing Street a non frapporre ostacoli dell'ultimo minuto, in un iter in teoria scontato. Poi toccherà alla ratifica dell'Europarlamento, il 29 gennaio.

Ieri, nell'ambito di questa discussione, il partito Liberal-Democratico aveva proposto un emendamento all'accordo che avrebbe vincolato il governo a chiedere all'Unione Europea di rimanere all'interno del programma Erasmus+ anche dopo Brexit. L'emendamento è stato bocciato con 344 voti contro e 254 a favore.

"La Camera dei Comuni del Regno Unito ha ufficialmente detto 'no' alla prosecuzione certa del programma Erasmus+. Una decisione che, se applicata, sarebbe davvero miope e priverebbe le future generazioni di esperienze formative importanti", ha commentato la vice ministra all'Istruzione, Anna Ascani. "Chiudere qualsiasi confronto, persino quello tra giovani studenti di diverse nazionalità, sarebbe un passo indietro clamoroso, che ci riporterebbe al passato - ha proseguito -. E sarebbe triste se questo avvenisse in un momento in cui, in Europa, ma direi anche nel mondo, c'è bisogno di più coesione, di più dialogo, di più solidarietà, di più fiducia, anche tra diversi Stati".

"La Brexit ormai è nei fatti e non sta a me dire ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. Ho sempre detto che la volontà popolare andava rispettata. Ciò non toglie che oggi è davvero un giorno molto triste perché, se il progetto europeo in questi anni è cresciuto, se l'Unione, soprattutto tra le giovani generazioni, si è fatta concreta, lo si deve anche a iniziative come l'Erasmus", ha scritto sui social il presidente della Commissione per le Politiche Ue della Camera, Sergio Battelli. "Ogni perdita impone una riflessione e una ristrutturazione, credo quindi che l'Ue debba necessariamente ripensare il percorso educativo per le nuove
generazioni. Solo lo scambio e l'integrazione faranno il cittadino europeo di domani, non certo le chiusure e gli arroccamenti".

"Dicendo addio all'Erasmus il Regno Unito scrive una pagina triste non solo per gli studenti europei. A maggior ragione adesso l'Unione Europea ha il dovere di investire sull'educazione, sulla conoscenza e sulle nuove generazioni", ha twittato il leader di Italia viva Matteo Renzi.

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