mercoledì 26 gennaio 2022
La Casa Bianca però «a breve» sposterà soldati in Europa e «non esclude sanzioni anche a Putin». «In settimana» le risposte ai russi. Mosca alza la tensione con manovre militari in Crimea
Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, mentre parla con gli alleati della crisi ucraina

Il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, mentre parla con gli alleati della crisi ucraina - Reuters / Casa Bianca

COMMENTA E CONDIVIDI

Le potenze occidentali chiariscono la posizione dei loro pezzi sulla scacchiera dell’Europa orientale, in una settimana decisiva per la crisi russo-ucraina. Nei prossimi giorni infatti sia la Nato che gli Stati Uniti invieranno a Mosca le risposte formali alle sue richieste di garanzie di sicurezza: una sorta di ultimatum russo che l’Alleanza atlantica e Washington hanno già precisato di non poter accettare per intero.

«Stiamo finalizzando le proposte della Nato. Invieremo un documento scritto entro questa settimana», ha detto il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, sottolineando che le proposte dell’Alleanza arriveranno «in parallelo» con quelle degli Stati Uniti. Stoltenberg ha anche precisato che la Nato non ha in programma di schierare le sue truppe da combattimento in Ucraina, proprio mentre la Casa Bianca precisava di non avere «alcuna intenzione o interesse o desiderio di inviare truppe Usa in Ucraina unilateralmente».

Il dubbio sull’invio a Kiev era sorto perché Washington nei giorni scorsi ha messo in allerta 8.500 soldati. «La Nato è un forum per sostenere i nostri partner e i Paesi del suo fianco orientale», ha affermato la Casa Bianca, dopo che il portavoce del Pentagono aveva dichiarato che le truppe Usa sono «pronte» a riempire subito i ranghi di una forza di risposta rapida Nato. Trasferimento confermato da Biden. I chiari sforzi di non farsi trovare impreparati da una mossa russa, evitando al tempo stesso ogni malinteso che possa essere usato dal Cremlino come pretesto per un attacco sono il termometro della tensione ai confini russo-ucraino, che ha raggiunto temperature da ebollizione. La Russia infatti ha risposto alla mobilitazione Usa e Nato con esercitazioni delle sue truppe corazzate in Crimea e ricordando a Washington che si aspetta una riduzione delle forze Nato nell’Europa orientale.

Fra le precauzioni delle ultime ore rientra anche l’ordine di rientro inviato dal governo del Canada ai familiari dei diplomatici accreditati a Kiev, seguendo l’esempio di Stati Uniti, Gran Bretagna, Australia e Germania. Nel frattempo le continue consultazioni transatlantiche puntano a ricompattare il fronte alleato, fra Usa e Gran Bretagna da una parte che si aspettano un’aggressione di Mosca in qualsiasi momento e sono pronte a fornire mezzi, armi, munizioni e fondi a Kiev, e il resto d’Europa, che sembra più credere a un bluff di Vladimir Putin e insiste sulla via del dialogo, pur preparando sanzioni.

Ufficialmente, però, Joe Biden e i leader europei ostentano unità. Ieri la Casa Bianca ha sottolineato che, al termine di una videoconferenza, gli alleati hanno ribadito le loro «preoccupazioni» comuni per il rafforzamento della presenza russa al confine con l’Ucraina ed «espresso il loro sostegno alla sovranità e all’integrità territoriale» del Paese. Alla chiamata avevano partecipato Biden, il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, il primo ministro Mario Draghi, il presidente polacco Andrzej Duda, il premier Boris Johnson, il presidente del Consiglio Europeo Charles Michel e il segretario generale della Nato.

Il dialogo fra alleati continua anche su misure per contrastare eventuali tagli di rappresaglia da parte di Mosca delle forniture di gas all’Europa e a sanzioni finanziarie coodinate «anche a Putin se necessario». ha detto Biden. La Casa Bianca sta «identificando riserve non russe di gas naturale in Nordafrica, Medio Oriente e Asia e hanno avviato consultazioni con tutti i grandi produttori per aumentare, se necessario, le forniture all’Europa».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI