mercoledì 21 aprile 2021
Il blocco Cdu-Csu ha scelto il «fedelissimo», nel segno della continuità. Söder abbandona
Il neo-candidato cancelliere Armin Laschet, 60 anni

Il neo-candidato cancelliere Armin Laschet, 60 anni - Ansa

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«Ogni volta che lo danno per vinto, lui alla fine riesce sempre a spuntarla». Nel commento del quotidiano progressista di Monaco di Baviera Süddeutsche Zeitung, c’è tutta la carriera politica di Armin Laschet. L’uomo semplice di Düsseldorf, figlio di un minatore della Ruhr, ha scavato lentamemte e costantemente il suo cunicolo nella cava della politica tedesca. Ha fatto tutta la gavetta tra i cristiano-democratici del land del Nord Reno Vestfalia, una regione storicamente socialdemocratica ma che alla fine nel 2017 è riuscito a portare sotto la guida della Cdu.

Da governatore del land più popoloso e con il maggior numero di immigrati, di una delle regioni europee più colpite dalla pandemia, si è candidato a presidente dei cristiano-democratici e il 16 gennaio ha vinto sul filo di lana contro il più accreditato dai media, Friedrich Merz. Da nuovo capo della Cdu ha presentato, secondo prassi della politica tedesca, la sua candidatura a cancelliere per le elezioni del prossimo 26 settembre. Ma le critiche raccolte durante la pandemia hanno fatto traballare la sua candidatura e rafforzato quella del governatore della Baviera, il cristiano- sociale, Markus Söder, leader dell’altra anima dell’Unione, quella più conservatrice e forse anche un po’ populista. Il gigante Söder, quasi due metri, contro il piccolo Laschet.

L’evangelico bavarese contro il cattolico della Ruhr. Il conservatore spigliato artefice della stretta su migranti e richiedenti asilo in Baviera, preferito dai media e dall’elettorato più giovane dell’Unione democristiana, contro il progressista europeista, sostenitore delle politiche dell’accoglienza e dell’integrazione dei migranti. Entrambi hanno dovuto gestire lo spinoso scandalo delle mascherine che ha portato alle dimissioni di deputati della Cdu e della Csu e al crollo nei sondaggi, dal 38% al 27%. Insomma nello scontro Laschet-Söder c’è tutta la storia recente dell’Unione democristiana tedesca.


Figlio di un minatore della Ruhr, il leader dei cristiano democratici ha scavato con tenacia il suo percorso Superate le critiche ricevute e durante la pandemia

Nel pieno della terza ondata di coronavirus, il mondo politico e l’opinione pubblica tedeschi hanno assistito a riunioni infinite, snervanti. Poi l’incontro di domenica a quattr’occhi a Berlino che ha portato, almeno ufficialmente, a un nulla di fatto. I dubbi su Laschet di molti deputati della Cdu e di un paio di ministri dell’esecutivo federale, in particolare del ministro dell’Economia, Peter Altamaier, e soprattutto i silenzi di Angela Merkel: «Io non intendo partecipare al dibattitto sul candidato dell’Unione », aveva più volte ribadito la cancelliera. Tutto sembrava giocare a favore di Söder.

Ma alla fine ha prevalso uno dei principi su cui si fonda la Cdu: mantenere sempre una linea di continuità con il passato. Dopo Merkel c’è quindi Laschet. Questa è la politica tedesca, soprattutto dei cristiano-demo-cratici: evitare cambiamenti repentini e svolte rischiose, meglio aspettare che agire, meglio tacere che parlare troppo. Laschet ha in parte seguito il metodo Merkel e atteso che i tempi maturassero e nella notte tra lunedi e martedì il direttivo del partito ha ribadito la sua fiducia all’uomo di Düsseldorf: 31 a favore, 9 contrari, 4 astenuti. Per la Cdu è lui il candidato. Söder ha potuto solo prendere atto. «Accetto e rispetto la decisione.

C’è la responsabilità per il Paese, ma anche la responsabilità per l’Unione», ha sottolineato il governatore della Baviera. Ora Laschet è da solo al comando, a lui la Cdu lascia il compito piu difficile, quasi impossibile, raccogliere l’eredità di Angela Merkel. «Adesso farò tutto il possibile per questa Cdu», così Laschet ha concluso commosso il suo primo breve discorso da candidato cancelliere. Mentre la cancelliera si è congratulata con lui: «Auguri di cuore, caro Armin Laschet, per il nuovo incarico come candidato cancelliere dell’Unione. Non vedo l’ora di collaborare nei prossimi mesi».

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