giovedì 27 agosto 2015
COMMENTA E CONDIVIDI

La dura realtà dell'emergenza migranti ha portato tra i Paesi dell'Ue e quelli dei Balcani occidentali una nuova consapevolezza e paesi storicamente in prima linea, come Italia e Grecia, da oggi sono un po' meno soli: ognuno deve assumersi la sua parte di responsabilità sull'immigrazione. È quanto emerge dal Vertice sui Balcani occidentali che si è svolto oggi a Vienna dove i leader di Germania, Francia, Italia e di tutti i Paesi dell'area si sono dati appuntamento per fare il punto su una crisi che in queste ultime settimane ha raggiunto il suo picco anche lungo le rotte balcaniche. Proprio oggi, in Austria, si è consumata l'ennesima tragedia: alcune decine di profughi morti soffocati in un camion su un'autostrada nell'est del Paese. (LEGGI) "La durissima realtà", ha sottolineato il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni che ha espresso il suo cordoglio al presidente austriaco Heinz Fischer, "ha fatto sì che sia emersa finalmente una maggiore consapevolezza comune nell'Ue e la necessità che ognuno si assuma la sua responsabilità sull'immigrazione". "Fino a tre mesi fa l'Italia e la Grecia sembravano da sole", ha sottolineato il titolare della Farnesina che oggi ha rappresentato l'Italia in un vertice al quale l'anno scorso il nostro paese non era presente e che, invece, nel 2017 sarà ospitato a Roma. Oggi Italia e Grecia sono un po' meno sole, è la sensazione che Gentiloni ha avuto al palazzo imperiale di Hofburg. "È cambiato il clima, è emersa la giusta preoccupazione" sul fenomeno dell'immigrazione, anche da parte dei paesi che nei mesi scorsi hanno avuto le reazioni più dure agli appelli dell'Italia. Adesso la priorità è tradurre questo cambiamento in fatti. Il peso dell'immigrazione "deve essere distribuito in modo equo se vogliamo l'asilo europeo", ha detto il capo della diplomazia italiana sottolineando la necessità di rivedere progressivamente le regole di Dublino. Su questo, l'Italia insieme con altri Paesi come la Germania darà un importante contributo nei prossimi mesi", ha aggiunto.  Con la decisione di sospendere Dublino il governo di Angela Merkel ancora una volta ha assunto un ruolo di leadership nel contribuire a un cambiamento di percezione all'interno dell'Ue. A Vienna la cancelliera ha di nuovo sollecitato stati membri e non alla solidarietà nei confronti dei profughi. "Siamo tutti sconvolti dalla notizia agghiacciante dei profughi morti nel tir. Questo è un ammonimento" all'Europa a offrire "solidarietà" e "a trovare soluzioni, il mondo ci guarda". Parole forti quelle della cancelliera che ha sottolineato che "l'Europa è un continente ricco ed è in grado di affrontare l'emergenza e che al momento "abbiamo più migranti in movimento in Europa di quanti ce ne fossero dopo la seconda guerra mondiale". Dal vertice è arrivata una decisione concreta: "Abbiamo raggiunto con Italia e Grecia l'accordo sul fatto che i cosiddetti centri di registrazione o Hot Spots debbano essere allestiti entro la fine dell'anno", ha spiegato la Merkel. "Italia e Grecia potranno accettare centri del genere, soltanto se altri Paesi sono pronti ad accogliere la loro quota di asilanti. Immagino che Austria, Germania e Francia che hanno una posizione comune, si impegneranno con Italia e Grecia a reclamare quote del genere". Un monito forte oggi è arrivato anche da Bruxelles. "La Commissione ha presentato la sua Agenda sull'immigrazione a maggio. Alcuni ministri di Stati membri ci criticano per una nostra inattività. Ma sono critiche ingiustificate. La colpa va data agli Stati membri, non alla Commissione", ha tuonato il Presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker. Un ammonimento che in serata si è trasformato in un appello ai 28, "anche a chi sinora è stato più riluttante", ad agire in modo comune e solidale perchè siamo di fronte "non a una crisi italiana, greca, franco-tedesca ungherese, ma europea". 

La Caritas propone canali umanitariLa questione dell'immigrazione verso il continente europeo sta assumendo ormai dimensioni "drammatiche" sulle rotte del Mediterraneo mentre anche lo spostamento di profughi dalla Turchia attraverso Grecia, Macedonia, Serbia per arrivare in Ungheria si presenta come un esodo bibilico.
"Un'emorragia continua perché la comunità internazionale restainerte e non affronta le cause a monte di questa tragedia umana"sostiene don Francesco Soddu, direttore di Caritas Italiana. Unacrisi umanitaria che va affrontata come tale". La Caritas Italiana ha quindi proposto, insieme alle altre principali organizzazioni di tutela dei migranti (fra cui l'Unhcr), iniziative quali l'apertura di canali umanitari diingresso verso l'Europa; l'impegno dei paesi europei ad accogliere un "numero significativo" di rifugiati con quote di reinsediamento; la creazione di alternative legali (riunificazione familiare, sponsorizzazioni private, visti di lavoro o di studio) per evitare che le persone bisognose di protezione internazionale ricorrano a pericolose traversate.
 
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: