mercoledì 31 gennaio 2018
I tre gruppi alleati per creare una società assicurativa sanitaria no profit: l'obiettivo è di ridurre i costi e migliorare i servizi medici. I colossi farmaceutici perdono terreno in Borsa
Il presidente di Amazon, Jeff Bezos

Il presidente di Amazon, Jeff Bezos

COMMENTA E CONDIVIDI

Jeff Bezos, Warren Buffett e Jamie Dimon, tre degli uomini più ricchi d'America e al comando di tre colossi che valgono complessivamente 1.600 miliardi di dollari, lanciano la sfida alla sanità americana. Amazon, Berkshire Hathaway e JP Morgan si alleano infatti per creare una società assicurativa sanitaria no profit per ridurre i costi e migliorare i servizi medici. Un annuncio che arriva come una doccia fredda sulle tradizionali compagnie sanitarie americane, che accusano pesanti cali a Wall Street, con Walgreens Boots Alliance giù del 5%.


La nuova società sarà destinata inizialmente a prendersi cura dei dipendenti americani dei tre giganti, che sono 1,2 milioni, ma non è escluso che possa avere ramificazioni ben più ampie. Puntando su "soluzioni tecnologiche" l'obiettivo di Bezos, Buffett e Dimon è quello di "semplificare e migliorare la qualità e la trasparenza" dei servizi sanitari. Il tutto "a costi ragionevoli" perché l'obiettivo - per dirla con le parole di Warren Buffett - è combattere il caro prezzi che è come "un verme solitario affamato nell'economia. Non abbiamo risposte a questo problema ma non accettiamo l'idea che non si possa risolvere". Le spese sanitarie negli Stati Uniti sono salite del 4,3% a 3.300 miliardi di dollari nel 2016, andando a rappresentare il 18% del Pil.


L'annuncio rappresenta una vera sfida al tradizionale sistema assicurativo americano e conferma l'affondo di Amazon nel settore sanitario. Da mesi si rincorrono rumor sull'ingresso del colosso di Bezos nel settore e sui suoi possibili effetti. Indiscrezioni che, secondo gli analisti, si sono tradotte nell'offerta da 69 miliardi di dollari delle farmacie Cvs sull'assicurazione Aetna. Amazon ha ottenuto già licenze in diversi Stati per la distribuzione all'ingrosso di medicinali.


L'esperienza di Amazon nel settore è iniziata quasi 10 anni fa, nel 1999, e non è stata positiva. Jeff Bezos ha acquistato una grossa partecipazione in drugstore.com, con l'idea di vendere farmaci online come aveva fatto, in modo estremamente profittevole, coi libri. Ma gli è andata male: le catene farmaceutiche “bricks-and-mortar”, cioè la rete dei negozi farmaceutici fisici negli Stati Uniti, sono un osso duro da rosicchiare e Bezos ci si è rotto i denti, tanto che nel 2011 ha ceduto drugstore.com a Walgreens Boots Alliance.


In realtà l'annuncio di ieri è stato definito "light", cioè leggero, dagli esperti, somigliando più a una dichiarazione di intenti che a un vero sbarco nella sanità, ma il fatto che Amazon torni alla carica è bastato a far accendere la “luce rossa” per le aziende del settore, che hanno subito perdite rilevanti in Borsa. I tre big, nel loro comunicato, si sono tenuti sul vago, limitandosi a prospettare un intervento su "scala e a livello di assistenza complementare", uno sforzo a lungo termine per ridurre le spese sanitarie e, inizialmente, l'individuazione di "soluzioni tecnologiche" per ridurre i costi. Ma i dettagli dell'iniziativa - "ai suoi primi passi" – scarseggiano.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: