sabato 5 novembre 2016
Lo Stato scende in campo e viene incontro alle donne che sceglieranno di mettere al mondo un bimbo gravemente malato o disabile. Aiuti per circa 930 euro
Bonus alle mamme che non abortiranno il bimbo malato
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Pochi giorni fa, a fine ottobre, erano stati la primo ministro polacca Beata Szydlo prima e il presidente Andrzej Duda poi ad esprimere l’intenzione di varare un provvedimento a sostegno delle madri in attesa di figli per i quali è stata diagnosticata una disabilità. L’intenzione era apparsa chiara giovedì scorso, in una situazione in continua evoluzione per quanto riguarda invece la regolamentazione dell’aborto in Polonia.

Ieri, il Parlamento polacco si è espresso a favore dell’erogazione di un bonus di circa 930 euro che le madri riceveranno qualora il feto sia affetto da gravi patologie o malformazioni. I voti a favore sono stati 267, a fronte di 140 contrari e 21 astenuti. Per comprendere la portata di questa misura, occorre ricordare che la legge polacca è tra le più restrittive al mondo, prevedendo la possibilità di abortire in caso di pericolo per la salute della madre, violenza sessuale e incesto, gravi malformazioni del feto. La legge in vigore dal 1993, seppur con numeri molto limitati, ha fatto registrare un continuo aumento delle interruzioni volontarie di gravidanza: si è passati dalle 138 del 2000 alle 971 del 2014. Proprio in considerazione di questo aumento, il presidente Duda aveva sottolineato che non era da ritenersi sufficiente la tutela garantita ai nascituri disabili.

Non va dimenticato che nell’ultimo mese in Polonia si era verificata una vera e propria altalena nell’ambito del dibattito sulla legge sull’aborto. Dopo la raccolta di quasi mezzo milione di firme a sostegno di una legge di iniziativa popolare (“Stop Aborcji”, Stop Aborto) che chiedeva di revisionare in senso restrittivo il testo in vigore dal 1993, il Parlamento aveva dapprima dato il via libera all’iter di discussione con 267 voti favorevoli e 154 contrari. Ma, dopo il passaggio nelle commissioni competenti, “Stop Aborcij” era stata inaspettatamente bocciata. A causare il dietrofront, una manifestazione di piazza tenutasi per protestare a favore del “diritto di abortire”.

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