mercoledì 15 maggio 2019
Il provvedimento passa anche al Senato dello Stato Usa. L’unica eccezione ammessa è se la madre è in serio pericolo di vita
Il no all'aborto in Alabama punta alla Corte Suprema
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Una legge approvata in Alabama ha catapultato l’aborto al centro della campagna elettorale per la Casa Bianca. La misura di fatto rende illegale nello Stato del Sud l’interruzione di gravidanza in ogni stadio, anche nei casi di stupro o incesto. L’unica eccezione possibile è se la madre è in serio pericolo di vita. Il testo, passato dalle due camere dell’Assemblea legislativa statale, prevede anche fino a 99 anni di carcere per i medici che praticano l’aborto. In questo modo, il provvedimento, per il quale manca solo la firma del governatore, la repubblicana Key Ivey, che è attesa, si pone in palese contraddizione con il precedente creato dalla sentenza “Roe contro Wade” con la quale la Corte Suprema Usa nel 1973 ha legalizzato l’interruzione di gravidanza a livello federale.

Ed è prevedibile che il destino della misura verrà deciso dai nove magistrati costituzionali degli Stati Uniti, davanti ai quali potrebbero comparire questa come molte altre delle leggi per la protezione della vita passate di recente a livello statale. Solo dall’inizio dell’anno, già 28 Stati americani hanno introdotto oltre 300 nuove regole per limitare l’accesso all’aborto. Misure analoghe sono in itinere in Georgia, Ohio, Missouri e Tennessee. La Corte Suprema per ora si è tenuta fuori dal dibattito. Solo in un caso, a febbraio, ha bloccato una legge in Louisiana che imponeva ai medici abortisti di avere il diritto di operare in un ospedale a non più di 30 chilometri dalla clinica o dall’ambulatorio abortista. La Corte non è entrata nel merito della questione, limitandosi a fermare l’entrata in vigore della misura, ma potrebbe farlo nelle prossime settimane.

La legge dell’Alabama e degli altri Stati rientra in una strategia del movimento per la vita che vuole riportare il dibattito sull’aborto da dove è partito, vale a dire la storica decisione del 1973 che rese legale l’aborto. Tale scelta ora potrebbe essere rivista dalla maggioranza di giudici tendenzialmente pro-life (con varie sfumature), cinque su nove, che compongono la Corte, e grazie a un presidente come Donald Trump il quale si è detto più volte favorevole a limitare il diritto all’aborto.

I candidati democratici alla presidenza hanno subito alzato le barricate. Kamala Harris ha dichiarato la legge dell’Alabama «scandalosa». «Orripilante» è l’opinione di Alexandra Ocasio-Cortez, la deputata leader dell’ala liberal del partito democratico. Mentre l’ex vicepresidente di Barack Obama in corsa per la Casa Bianca, Joe Biden, ha detto: «I repubblicani in Alabama, Florida, Georgia e Ohio stanno introducendo leggi che violano chiaramente la sentenza Roe contro Wade sull’aborto della Corte Suprema e che dovrebbero essere dichiarate anticostituzionali».

Il senatore democratico Bernie Sanders, che nel 2016 aveva perso la nomination democratica contro Hillary Clinton, ha invece lanciato su Twitter un appello alla governatrice dell’Alabama: «Ponga il veto sulla crudele legge che vieta l’aborto e fermi l’attacco ai diritti delle donne. Quello che sta facendo l’Alabama è spudoratamente incostituzionale e viola il diritto fondamentale di una donna di prendere le decisioni che riguardano il suo corpo».

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