giovedì 28 gennaio 2016
​In Iraq pronti a dichiarare l'indipendenza.
Siria, l'«altolà» ai curdi mette a rischio Ginevra
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È il nodo dei curdi monopolizza la vigilia dei colloqui di Ginevra. Veti incrociati sulla presenza di delegati di Pyd e Ypg, mentre il presidente del Kurdistan iracheno, Masud Barzani, sta muovendo i primi passi per un referendum popolare per sancire l’indipendenza del territorio da Baghdad: dovrebbe avvenire, secondo fonti locali, il prossimo autunno. Prosegue dunque il tiro alla fune sulle delegazioni per i colloqui di Ginevra che, se si spezzasse, potrebbe comprometterne ancora prima dell’inizio il risultato. In mattinata era il ministro degli Esteri francese Fabius ad annunciare l’esclusione dei curdi: «Il gruppo Pyd era quello che causava più problemi e de Mistura mi ha detto di non aver mandato loro la lettera di invito », faceva sapere in una intervista. Secondo fonti diplomatiche l’inviato speciale per la Siria, avrebbe già invitato l’High negotiations committee, gruppo filosaudita riunito d’urgenza a Riad, ma anche Qadri Jamil, ex vice premier di Damasco ora membro del Change and Liberation Front in buoni rapporti con la Russia. Atteso a Ginevra pure Haytham Manna, presidente del Syrian Democratic Council. Sulla presunta esclusione del Pyd, il partito curdo siriano, e del suo braccio armato Ypg, pesa anche il braccio di ferro tra Ankara e Mosca. Se i curdi saranno a Ginevra, faceva sapere il premier turco Davutoglu, Ankara boicotterà i colloqui. Una presenza troppo ingombrante per la Turchia, da sempre alle prese con le rivendicazioni indipendentiste dei curdi turchi. Una presenza che invece Mosca, ai ferri corti con Ankara dopo l’abbattimento in novembre di un suo Su-24 in volo sul confine siriano, giudica strategica. Una presenza che gran parte dell’opposizione, a cominciare da Haytham Manna, giudica indispensabile: «Vado con i miei amici o non vado per niente. Non vi è alcun compromesso su questa questione», ha dichiarato lo storico oppositore di Assad.  Ai colloqui, replicava un portavoce di de Mistura, sono stati invitati solo esponenti siriani, e nessun osservatore terzo. Un altolà alle pretese di «boicottaggio» di Ankara, ma anche un velo sulla lista effettiva dei partecipanti: questa verrà divulgata solo venerdì all’inizio dei colloqui. Una telefonata nel pomeriggio fra il ministro degli Esteri francese Fabius e quello russo Lavrov, era forse la chiave della giornata. Il vice-ministro degli Esteri russo, Ghennady Gatilov, precisava poi che i curdi del Pyd non saranno presenti venerdì a Ginevra, ma saranno ammessi in seguito. Prosegue intanto la controffensiva delle forze lealiste in tutto il Paese. Sotto assedio a Damasco i due sobborghi di Daraya e Muaddamiya. Ma l’assedio dei civili riguarda anche Deir ez Zor dove, denunciava ieri l’arcivescovo Hindo, 120mila civili sono ridotti alla fame. «Da più di un anno i jihadisti hanno intensificato la stretta dell’assedio, non facendo entrare i viveri ». L’Onu, però. faceva sapere che nel 2015 Damasco non ha risposto al 75% delle 113 richieste di consegna di aiuti umanitari ai civili.
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